Carlo Antongini

Carlo Antongini

Carlo Antongini fece parte, per nascita, della classe dirigente della Lombardia; la sua presenza tra i Mille aiuta a chiarire le speranze e le finalità economiche che l’élite, alla vigilia di un’imponente crescita industriale, riponeva nell’Unità d’Italia.

Antongini Carlo di Gaetano e di Matilde Vezzoli, nacque a Milano 19-settembre 1836.  
Il padre, industriale tessile, aveva fondato nel 1850 assieme ai fratelli la ditta F.lli Antongini & Comp. per la filatura della lana a pettine, poi denominata Manifattura Lane Borgosesia, che ebbe un effetto trainante sull’economia valsesiana.
Ferventi mazziniani, gli Antongini supportarono attivamente le imprese di Giuseppe Garibaldi. Nel 1860 con una cambiale del valore di £ 510.000, e mettendo a rischio il patrimonio dell’azienda, gli Antongini diventarono protagonisti della storia dell’Italia garantendo la Società Rubattino di Genova per l’utilizzo di due piroscafi per la Spedizione dei Mille di Giuseppe Garibaldi. Lo zio Alessandro, che firmò la cambiale, fu in seguito deputato nel 1876.
Carlo era membro del Partito d’Azione ed era studente di giurisprudenza a Pavia quando nel 1959 espatrio per partire volontario nei Cacciatori dell Alpi.
Nel 1860 con il fratello minore Alessandro partecipò alla Spedizione dei Mille.

Nel 1862 Carlo partecipò anche al tentativo di Garibaldi fermato sull’Aspromonte e venne recluso nel forte di Bard.
Nel 1864 subì un clamoroso processo a Milano per aver introdotto in Veneto delle armi, d’accordo col comitato rivoluzionario per l’insurrezione friulana, ma uscì assolto come un grande trionfatore.
Nel 1866 partecipò alla guerra contro l’Austria come tenente nei volontari.
A Bezzecca ricevette una seria ferita al braccio destro evitando per poco l’amputazione e venne decorato con la Croce dell’Ordine militare dei Savoia.
Nel 1867 fu con Garibaldi a Mentana come comandante di battaglione.

Finite le guerre d’Indipendenza si sposò e ritornò stabilmente a curare gli interessi imprenditoriali della famiglia.
Dal 1868 al 1870 intraprese lunghi viaggi in Giappone per organizzare importazioni commerciali e per studiare le tecniche della sericoltura. Nel 1871 visitò gli Stati Uniti.

Ebbe un ruolo importante nell’alta borghesia lombarda: fu imprenditore nel commercio della seta, e anche assessore a Milano; fu anche fondatore e procuratore generale della casa editrice Sonzogno, direttore de “Il Secolo”, consigliere della Camera di Commercio di Milano e della Società italiana di commercio con l’Africa (fondata, tra gli altri, dal cognato, il senatore Luigi Canzi) e socio dell’Associazione bacologica veneto-lombarda che curava l’importazione di bachi da seta dal Giappone.

Trasferitosi a Cassano Magnago dove già risiedeva il suocero, il medico e scienziato prof.Angelo Dubini, fu consigliere comunale per dieci anni, amministratore e benefattore dell’asilo infantile, promotore della lapide in ricordo del trombettiere dei Mille, Giuseppe Tironi.
Morì a Milano nel 1902 e fu seppellito nel Cimitero Monumentale.

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