Carlo Invernizzi

Carlo Invernizzi, mori in un tremendo terremoto nella Sicilia dove si era stabilito dopo esserci arrivato con i Mille.

Invernizzi Carlo Luigi Gerolamo di Pietro e di Giovanna Regazzoni nacque a Bergamo il 9 febbraio 1827. Ebbe due fratelli: Pietro (uno dei Mille) e Luigi (venne in Sicilia con la spedizione Medici nel ’60). Nel marzo 1848, alla notizia della rivoluzione scoppiata a Milano, con grande pericolo salì sulla cupola del duomo di Bergamo e tra le braccia della statua del protettore della città inalberò il tricolore italiano.

Fu arruolata nell’esercito austriaco dove fece il lungo servizio di leva.
Nel 1860 fuggì di casa assieme al fratello Pietro lasciando scritto su un’imposta della finestra la causa del suo allontanamento. Partecipò alla Spedizione del Mille aggregato alla VIII compagnia.
A Palermo a Pietro ed il commilitone Bartolo Tomasi difesero il convento dei Sette Angeli, spegnendo anche un incendio che si era sviluppato, mettendo in salvo gli arredi sacri e e portando soccorso alle monache la cui badessa gli rilasciò un attestato di riconoscenza,.

Finì la campagna come sergente sergente e posto in congedo.
Ritornò brevemente a bergamo ma presto ritornò a Messina per sposarsi con una giovinetta che aveva conosciuto durante la campagna, Nel 1862 seguì il Generale Garibaldi per la conquista di Roma e fu fermato ad Aspromonte. Si stabilì nella città dell Stretto e per ivi stabilire la sua dimora e per un certo periodo fu delegato di Pubblica Sicurezza. Nel 1866 partecipò alla III Guerra d’Indipendenza. Ritornato dopo la campagna passò al Demanio come impiegato. Poi ottenne un posto come impiegato presso un’impresa addetta alla costruzione dei magazzini del porto e poi in un’altra addetta allo scavo della galleria peloritana. Morto il suocero, si dedicò agli affari di famiglia e ai sui numerosi figli.
Il 28 dicembre 1908 trovò la morte con nove dei suoi familiari, nel terribile terremoto di Messina, finendo sotto le macerie e morendo dopo due giorni.

Carlo Invernizzi ha lasciato un breve diario inedito sulla spedizione, che scrisse a distanza di parecchi anni con l’aiuto di un congiunto

“…I fratelli Carlo e Pietro Invernizzi da Bergamo, bizzarrissimi spiriti, …parlavano in bergamasco da diavoli cose che avrebbero fatto ridere i sassi….”

G.C.ABBA

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