Cesare Orsini

una bomba Orsini

Cesare Orsini, con il suo pesante cognome, conobbe grandi personaggi, perseguì grandi progetti, attraversò di continuo l’Atlantico, ma senza incidere mai sulla Storia, al contrario dell’impetuoso fratello.

Orsini Cesare di Andrea e di Francesca Ricci (sposata i seconde nozze) nacque a Meldole nel 1835.
Il padre era stato un miliare napoleonico e aveva fatto la campagna di Russia.
Il fratello Felice fu protagonista del famoso attentato a Napoleone III a causa del quale fu giustiziato nel 1858.
La famiglia nutriva sentimenti unitari e antipapali e Cesare ancora sedicenne emigrò in Sudamerica. Secondo alcuni fu la polizia sabauda che a seguito di una riunione di “teste calde” lo legò come un salame e lo imbarco di forza su un piroscafo.
Vivendo di piccoli mestieri, risiedette a Buenos Aires e appoggiò il movimento liberale e gli indipendentisti di Montevideo. Condannato in contumacia alla pena di morte, si rifugiò a Montevideo dove visse fino al 1859, quando la notizia dell’esecuzione del fratello lo convinse a tornare in Europa. Passando per Londra, incontrò Mazzini. Quindi giunse in Piemonte dove poco dopo l’apertura delle ostilità con l’Austria, gli fu rifiutato l’arruolamento. Riuscì comunque a far parte della divisione dei volontari toscani e durante la campagna, fu promosso sottotenente. Nel 1860 partecipò alla spedizione dei Mille. A Talamone fece parte sulla Colonna Zambianchi e ne fu uno degli ufficiali.
Dopo il fallimento della spedizione fu rinchiuso nella Fortezza da Basso di Firenze. Inviò delle lettere a Cairoli a Bertani e altri in cui attribuì gran parte del fallimento della diversione allo stesso Zambianchi. Riuscì facilmente a evadere insieme ad Andrea Sgarallino durante un trasferimento verso Livorno ed essendo nel frattempo stato assolto, raggiunse i Mille dove fu inquadrato nel reparto di Bixio.
Dopo l’impresa viaggiò per molti anni. Nel 1861 fu a Londra, dove simpatizzò con il movimento irlandese Fenian e conobbe Marx. Nel 1866 partecipò a un Consiglio generale dell’Internazionale in cui attaccò Mazzini attirandosi la simpatia di Marx che lo spinse a partire per il Canada e poi per New York con l’incarico di fare proseliti all’Internazionale, senza molta convinzione.
Tornò in Europa, svolgendo attività politica di stampo repubblicano e radicale. Fu coinvolto in un complotto dei feniani e si rifugiò Parigi. Alla proclamazione della Comune si dissociò e tornò nuovamente negli Stati Uniti, tentando progetti commerciali dagli esiti incerti. Il nipote Luigi lo descrisse sempre sul punto di arricchirsi o di rovinarsi.
Tornato in Italia ebbe contatti con Andrea Costa, fondatore del socialismo italiano, che da ragazzo aveva frequentato la casa degli Orsini in quanto era il figlio di uno dei domestici. Si stabilì a Roma dove tentò le più disparate e velleitarie imprese tra cui la ferrovia tra San Marino e Rimini e una banca Progetto di banca “italo-transatlantica”. Al centro dei suoi interessi fu però la promozione di una “esposizione mondiale” a Roma. Fondò un comitato per organizzarla coinvolgendo nel progetto anche personalità di rilievo come Rattazzi, vari nobili romani e alcune decine d senatori.
Dal 1883 al 1886 fu deputato per il primo collegio plurinominale di Roma.
Dopo il 1886 decise di stabilirsi a Città del Messico e lavorò per sviluppare gli scambi commerciali tra Messico e Italia.
Fece da tramite tra scultori italiani e committenze americane, per esempio per la realizzazione della statua di Colombo all’expo di Chicago del 1893.
Morì a Roma nel 1898.

Cesare Orsini è una delle fonti grazie alle quali si sospetta che Crispi avesse avuto un ruolo nell’attentato a Napoleone III capeggiato da Felice Orsini.


“… un giovane verso i trent’anni, alto, sbarbato, un po’ lento e greve che si chiamava Cesare Orsini, ed era veramente fratello di Felice…”.

G.C.ABBA

Il latore di queste righe è il cittadino Orsini, fratello del martire immortale, e membro della nostra associazione. Egli parte dall’Inghilterra per gli Stati Uniti, donde ritornerà fra qualche mese. I tuoi consigli in cose d’affari potrebbero forse essergli utili. In tutti i casi ti sarà gradito far la sua conoscenza.

MARX , in una lettera a Engels
5,0 / 5
Grazie per aver votato!

Rispondi