Edoardo Herter

Herter dei Mille

Edoardo Herter partì dal Veneto austriaco, transitò tra i garibaldini dei Mille e, nonostante lo dicessero morto a Calatafimi, giunse in Patagonia, trovando lì la sua missione di vita.

Herter Edoardo nacque a Treviso il 2 febbraio 1834 da Carlo Herter.
Dopo gli studi superiori frequentò l’Università di Padova nell’intento di laurearsi in Medicina.
Si unì ai volontari veneti che espatriarono clandestinamente per imbarcarsi con la spedizione dei Mille.
Combattè con ardimento a Calatafimi, come scrisse Abba che però inspiegabilmente lo riporta come morto nella battaglia: “… Parlò con Garibaldi un istante, poi si lanciò su per un greppo e appena su, cadde riverso colpito nel petto a morte… “.
Invece fu solo ferito e partecipò anche alle fasi conclusive dell’impresa combattendo a Maddaloni.
Come studente di medicina dette comunque una mano anche nell’assistenza ai feriti.
Fu decorato con la medaglia d’argento al merito e concluse la campagna come luogotenente.
Tornato definitivamente alla vita civile, non potendo ritornare in Veneto, concluse gli studi di medicina a Pavia. Fece parte di quella massa di giovani veneti espatriati, senza cittadinanza e senza occupazione che tanto preoccupò la polizia sabauda per le loro idee repubblicane. Herter, pur nei disagi, aiutò qualche amico con i soldi che riceveva dalla famiglia.
Tornò volontario per la terza guerra d’Indipendenza e per la sfortunata spedizione nell’Agro Romano.
Ben presto però il dottor Herter lasciò per sempre l’Italia emigrando in Sudamerica. Si stabilì a Tapalquè in Patagonia, assistendo come unico medico della regione, la popolazione e anche gli indigeni mapuche.
Rimase in contatto epistolare con l’altro garibaldino Giovanni Buzzacchi, uno dei primi medici a introdurre precocemente le tecniche igieniche di sterilizzazione degli strumenti chirurgici secondo le teorie di Pasteur, che raccomandò anche a Herter.
In Italia fu completamente dimenticato e questo spiega in parte l’errore di Abba, che scrisse dopo vent’anni dai fatti di Calatafimi.
Morì a Tapalqué il 12/12/1889

“… Pareva una damigella bionda vestita da uomo, tanto aveva esile l’aspetto, ma i suoi muscoli erano d’acciaio…”

G.C. ABBA
5,0 / 5
Grazie per aver votato!

Rispondi