Emanuele Nicolazzo

Nicolazzo Gregorio Emanuele di Teodoro e di Rosa De Fazio nacque a Platania (Cz) il18 aprile 1828 in una famiglia benestante. Crebbe in un ambiente di sentimenti antiborbonici e nel 1848, ancora ventenne, insieme con lo zio, si dette da fare a raccogliere bande di volontari per l’insurrezione che portò agli scontri dell’Angitola del 27 giugno del 1848. Nella successiva repressione il giovane Emmanuele fu processato e condannato nel 1850 a 25 anni di ferri dalla Gran Corte Criminale di Catanzaro. Il verbale di condanna riporta anche che Emmanuele Nicolazzo osò gridare pubblicamente “Viva la libertà” nella piazza di Platania.
A questo punto le notizie disponibili (da verificare) divergono.
Per alcuni passò dieci lunghi anni nelle galere borboniche dove la sua salute fu minata inesorabilmente Poi nel 1959 sarebbe stato scarcerato a seguito di un’amnistia concessa a vari patrioti calabresi, imponendo loro di andare via dal Regno delle due Sicilie.
Per altri evase dal carcere di Catanzaro già nei primi anni della detenzione, con Alessandro Toja rifugiandosi a Malta e a Corfù.
Di certo c’è un decreto di divieto di ritorno nel Regno emesso nel 1859 dal ministero della Polizia Generale per Nicolazzo “emigrato politico” a Malta. Altrettanto certo che nel corso del 1959, giunse a Genova proveniente da Corfù insieme a Toja. Sembra abbia partecipato alla II guerra d’Indipendenza aggregato ai Cacciatori delle Alpi.
Nel 1860 partecipò all’impresa dei Mille. Prima dello sbarco in Sicilia fu tra gli incaricati di infiltrarsi in Calabria per preparare l’avanzata garibaldina ed ebbe una parte non secondaria nella resa delle truppe borboniche a Soveria Mannelli.
Partecipò anche alla battaglia del Volturno, episodio conclusivo della spedizione.

Al termine dell’impresa ritornò a Platania e fu nominato capitano della Guardia Nazionale impegnata nella lotta al brigantaggio.
Morì a Platania, ancora giovane, il 13 dicembre1864

5,0 / 5
Grazie per aver votato!

Rispondi