Febo Arcangeli

Arcangeli Febo Ettore Giacinto di Angelo e di Luigia Foschetti, nacque a Sarnico (Bergamo) 3 gennaio 1839.

Il padre era ragioniere e la famiglia agiata: Febo fu avviato agli studi al Liceo di Bergamo con il
cugino Isacco Arcangeli. Nel 1859, interrompendo gli studi, partecipò alla II Guerra d’Indipendenza, volontario nel corpo dei Cacciatori delle Alpi. Combatté a Varese e a San Fermo.
Ritornò a Sarnico e non riprese gli studi.
Nel 1860 partecipò alla Spedizione dei Mille aggregato al reparto Artiglieria.
Si distinse a Calatafimi e sul Ponte dell’Ammiraglio a Palermo ed ebbe la nomina a sergente.
Dopo la battaglia sul Volturno ebbe la nomina a sottotenente e ritornò a casa.
Nel periodo Aprile-Maggio 1862 Febo fece parte dei patrioti che riuniti a proprio a Sarnico volevano tentare un’azione per liberare il Tirolo.
Il governo italiano fece arrestare i patrioti e Febo Arcangeli fu arrestato, tradotto nel carcere di Alessandria e scarcerato dopo un mese.
L’anno seguente partì per la Polonia e raggiugere Nullo e aiutare la rivoluzione anti-russa.
Nei primi di maggio passò per Vienna e giunse a Cracovia e con faticosa marcia il villaggio di Krzykawka. I Russi da una foresta vicina aprirono il fuoco e Febo mentre attraversava l’argine della
strada, fu colpito ad un ginocchio e fatto prigioniero e processato dopo un ricovero in ospedale a Olkusz.
Fu condannato a morte e rinchiuso nella fortezza di Czenstochow. Qui ebbe la visita della madre che lo aveva raggiunto dopo un avventuroso viaggio.
Dopo qualche giorno ebbe commutata la pena di morte in dodici anni di relegazione in Siberia e fu trasportato di carcere in carcere fino a Pern accompagnato dalla madre che insistette perchè il figlio fosse ricoverato in ospedale poiché la ferita non tendeva a rimarginarsi Dopo essersi opposto all’amputazione le sue condizioni migliorarono. La madre ritornò a Bergamo dove morì nel 1866, prima del ritorno del figlio. Febo fu relegato a Ischim e ricevette l’amnistia il 5-11-1866 come tutti i superstiti della colonna Nullo. Tornò a Bergamo nel giugno del 1867.
Privo di un titolo di studio e di una formazione professionale, gli anni successivi furono per Febo piuttosto difficili.
Nel 1878 risultava residente a Vaprio d’Adda come commesso di negozio. In seguito ebbe le
mansioni di capo magazziniere e in seguito quella di Vice Direttore della Cartiera Binda di
Canonica d’Adda (BG). Dopo breve tempo si licenziò “per schivare complicità compromettenti”. Si
trasferì allora a Genova.
Un suo cugino ingegnere lo condusse in Calabria perché assistesse ai lavori di costruzioni
ferroviarie. Colpito da febbri malariche ritornò a Genova dove fu nominato scrivano
straordinario nella R. Avvocatura Erariale di Genova.
Morì a Genova il 7 dicembre 1906 e fu seppellito nel cimitero di Staglieno.

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