Feliciano Novelli

Novelli Feliciano fu Francesco e Piera Perdicca Pellegrini nacque a Agugliano, Castel d’Emilio, il 19-6-1833.
Probabilmente si sposto con la famiglia ad Ancona fin da bambino. Si imbarcò fin da giovane come marinaio.
Tra aprile e maggio del 1860 fu contattato dal capitano della marina mercantile Augusto Elia di Ancona, incaricato dal generale di arruolare gli equipaggi per le due navi, Piemonte e Lombardo, che avrebbero portato la spedizione in Sicilia. Elia cercò quindi a Genova e a Livorno dei marinai suoi concittadini e tra questi Novelli, che accettò di parte dell’equipaggio del Piemonte come timoniere.
Dopo lo sbarco a Marsala fu aggregato ai Carabinieri comandati da Antonio Mosto. Nella battaglia di Calatafimi una palla borbonica gli tolse la baionetta dal fucile e lo ferì di rimbalzo alla testa: ferita leggera che gli permise di continuare la campagna. A Palermo partecipò ad uno degli scontri più duri, quello presso il ponte dell’Ammiragliato, dove aiutò il concittadino Eugenio Fabi rimasto colpito alla mano sinistra, portandolo in casa di un barbiere palermitano che gli curò la ferita. Dopo la resa della nave Veloce, ribattezzata Tukery, fece parte dell’equipaggio di tale nave che partecipò alla battaglia di Milazzo.
Liberata la Sicilia, si tentò lo sbarco a Scilla Bagnara e Novelli si trovava nella cannoniera n° 5 con Conti, Bevilacqua ed altri quando, fatto prigioniero, fu condotto nella cittadella di Messina. Liberato fu mandato a Palermo, quindi trasferito a Napoli dove fu interrogato dal Generale Garibaldi. Al termine della campagna ebbe le medaglie commemorative e la pensione dei Mille.
Nel 1866, con il grado di caporale nella 5° compagnia del 6° Reggimento comandato da Nicotera, partecipò alla III guerra d’Indipendenza. Fece parte degli equipaggi della flottiglia di piccole cannoniere, che al comando di Augusto Elia effettuarono incursioni sul lago di Garda contro le barche austriache. Nel 1867 seguì il Generale Garibaldi nel tentativo di liberare Roma. Fece parte della colonna di Elia .

Si stabilì ad Ancona dove si sposò e mise famiglia. Rimasto vedovo, andò a convivere con la figlia a Chiaravalle, dove morì il 1° maggio 1918.

venne immediatamente inquadrato nel corpo dei carabinieri genovesi e venne preparato alla battaglia. A Calatafimi venne ferito alla testa mentre attaccava l’esercito borbonico. Ridotta al minimo la convalescenza, riuscì a catturare con i suoi compagni la nave nemica Veloce e la usò per un attacco a sorpresa. Il suo piano fu un vero successo ma non si ripeté facilmente in quanto gli avversari, memori della precedente impresa, presero delle precauzioni. A causa di problemi logistici, infatti, Novelli venne catturato nell’agosto 1860 mentre cercava di appropiarsi della Tancredi.

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