Ferdinando Bianchi

Ferdinando Bianchi

L’incredibile storia di Ferdinando Bianchi, prete, insorto, brigante alla macchia, ergastolano, evaso, ufficiale garibaldino, funzionario pubblico.

Ferdinando Bianchi nato a Bianchi, in Sila, il  3 marzo 1797.
Dopo gli studi nel seminario di Nicastro fu ordinato sacerdote nel 1821.
Rientrato nel paese natio, attese al suo ufficio per molti anni fino al 1848, allorquando seguì gli insorti e fu protagonista anche di scontri a fuoco.
Don Ferdinando Bianchi si dette alla macchia dopo la sconfitta degli insorti. Fu arrestato solo nel giugno del 1851, condannato all’ergastolo e rinchiuso nei vari bagni penali.
Nel 1859 uscì dal carcere di Nisida per essere imbarcato sulla pirocorvetta “Stromboli” e deportato in America insieme ad altri patrioti (Raffaele Piccoli, Damis, Raffaele Mauro ed altri). Grazie a un colpo di mano di Raffaele Settembrini e al dirottamento dell’imbarcazione fu sbarcato libero in Irlanda, ritornò in Italia e riparò a Torino.

Nel 1860 partecipò alla spedizione dei Mille. Dopo la liberazione della Sicilia fu mandato dal Generale Garibaldi con altri a preparare la via in Calabria raccogliendo uomini e denari ed essendo protagonista dell’episodio che portò alla resa del generale Giuseppe Ghio e dei suoi 12.000 uomini. Con Francesco Stocco organizzò il Corpo dei Cacciatori della Sila con a capo Raffaele Piccoli e si batté con valore sul Volturno. Sciolto l’esercito dei volontari, dopo la liberazione della Sicilia il Bianchi, fu nominato Direttore del demanio di Napoli.
Venne misteriosamente assassinato nel gennaio del 1866, dopo una turbinosa vita di prete, di cospiratore, di prigioniero, di esule, di combattente.
 

5,0 / 5
Grazie per aver votato!