Filippo Tranquillini

Filippo Tranquillini, giovane borghese di belle speranze e un po’ guascone, trovò la sua dimensione umana solo tra i garibaldini come i suoi fraterni amici.

Tranquillini Filippo di Carlo e Teresa Voltolini, nacque a Mori (Trento) il 19 Agosto 1837.
Morto il padre visse a Trento assieme alle due sorelle e madre che in quella città possedeva una farmacia.
Nel 1857 andò ad abitare a Milano ed entrò come praticante nella farmacia Foglia. Nel 1859 alle prime voci di guerra contro l’Austria, lasciò ogni cosa ed emigrò in Piemonte.
Partecipò così alla II Guerra d’Indipendenza e fu assegnato al X Reggimento. Combatté sulla Sesia e a Palestro.
Nel 1860 partecipò alla Spedizione dei Mille nel reparto delle Guide. Insieme agli amici trentini, Ergisto Bezzi e Filippo Manci, formava “i tre moschettieri” come erano conosciuti tra i Mille.
Elegante, con quella divisa azzurra e poiché era bello nei giorni che stette a Palermo non fece altro che cambiare continuamente alloggio nella speranza di conquiste femminili e nulla ottenne per cui i compagni d’arme si permettevano di stuzzicarlo nel suo prestigio venuto meno.
Dopo la conquista di Palermo fu aggregato alla Divisione Türr e fu tra i 200 che per primi sbarcarono in Calabria.
A Napoli poco dopo la fine della campagna, si laureò all’improvviso in Giurisprudenza. Il tempestivo esame (non si conoscono precedenti studi universitari) testimonia di quanto accadde nell’ateneo partenopeo in quei mesi, quando numerosi garibaldini ottennero, o pretesero, un titolo di studio sulla base del prestigio del loro status.
Al termine della Campagna, diede le dimissioni e meritando le medaglie commemorative e la
pensione dei Mille ritornò a Milano.
Nel 1862 prima ancora che avvenisse l’episodio di Aspromonte fu inviato dal Comitato d’azione a
Roma onde preparare una insurrezione e il tentativo fallì.
Nel 1864 si adoperò con gli altri trentini per l’insurrezione del Trentino.
Nel 1866 partecipò alla III Guerra d’Indipendenza con il grado di luogotenente; fu assegnato al III Reggimento e fu aiutante di campo del colonnello Giacinto Bruzzesi. Si distinse il 3 luglio a Monte Suello.
Ritornato aprì uno studio legale, ma senza molta convinzione.
Continuò la sua vita allegra e spensierata frequentando salotti, sale da gioco, e ambienti artistici.
Nel 1877 tentò la pubblicazione di un giornale d’affari “Il Bollettino Generale” che ebbe sei mesi di vita.
Tutto questo finì nel 1879 quando una rapida malattia nascosta anche agli amici di sempre, probabilmente un tumore, lo porto alla morte il 13 ottobre, dopo un intervento chirurgico in una casa di cura.
Secondo le sue ultime disposizioni i funerali furono modesti ma la notizia fu pubblicata su vari giornali.

“Gli amici suoi seppero che egli era stato ammalato quando appresero la notizia della sua morte”.

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