Giovanbattista Pentasuglia

Pentasuglia

Pentasuglia Giovan Battista di Giuseppe e di Concetta Buonsanti nacque a Matera 3/11/1821
Studiò in Seminario e si pensa che abbia preso i voti o che fosse sul punto di farlo.
All’improvviso lasciò Matera per Napoli e si iscrisse all’Università (scienze fisiche e matematiche), entrando in contatto con ambienti massonici e antiborbonici.
Era ancora studente quando nel 1848 fu tra i volontari napoletani nella I Guerra d’Indipendenza in Veneto e fu ferito al braccio destro per un colpo di baionetta a Treviso, conseguendo il grado di ufficiale.
Dopo la sfortunata campagna, visto che re Ferdinando aveva ritirato la Costituzione, Pentasuglia non fece ritorno a Napoli, ma si diresse a Torino dove ritrovò molti amici napoletani. in quel ambiente abbandonò l’idea federalista giobertiana e sposò la soluzione piemontese.
Aveva una grande preparazione scientifica e un interesse particolare per le nuove invenzioni del progresso tecnico. Si arruolò nel genio militare piemontese, divenne un profondo conoscitore di telegrafia, fu istruttore degli allievi telegrafisti e poi incaricato di redigere un manuale di telegrafia e di ispezionare gli uffici telegrafici. Riprese anche gli studi e nel 1854 si laureò in fisica.
Nel 1859 partecipò alla II Guerra d’Indipendenza e fu assegnato al quartier generale di Napoleone III, con la mansione di sovrintendenza ai servizi telegrafici.
Nel 1860, unico lucano, partecipò alla spedizione dei Mille, probabilmente non per caso, visto che il nuovo mezzo di comunicazione della telegrafia era considerato importante nell’organizzazione della spedizione.
Sbarcando l’11 maggio a Marsala assieme a Giacinto Bruzzesi ebbe il compito di impadronirsi del
telegrafo per evitare il diffondersi della notizia dello sbarco. nei giorni seguenti con la sua squadra di artigiani bergamaschi (Lazzaroni, Dolcini, Panzeri, Donizzetti, Fusi) ebbe il compito di interrompere i tutti collegamenti telegrafici tra Palermo e Trapani.
Partecipò alla battaglia di Calatafimi e poi a tutta la campagna, avendo il compito di organizzare le comunicazioni telegrafiche.
Concluse la campagna come tenente Colonnello del Genio e con la Croce di Cavaliere
dell’ordine militare di Savoia.
Fu Ispettore capo dei Telegrafi.
Nel 1861 fu eletto deputato
Partecipò anche alla terza guerra d’indipendenza
Durante la sua attività tecnica ideò e realizzò il cavo telegrafico sottomarino tra Sicilia e Calabria e tra Sicilia e Sardegna e di quello tra l’isola d’Elba e la terraferma. Partecipò anche alla realizzazione del collegamento tra l’Italia e la Turchia.

Nel 1879, ormai malato, tornò a Matera dove mori il 4 novembre 1880.

La sua fama è legata all’episodio accaduto nell’ufficio telegrafico di Marsala quando Pentasuglia, revolver in mano, s’impossessò del trasmettitore. L’impiegato aveva già trasmessa a Palermo la notizia dello sbarco, e da Palermo furono chieste da Palermo maggiori notizie. Pensasuglia rispose che le imbarcazioni attraccate erano legni mercatili, e si scrisse che la risposta ricevuta fu: “Imbecille”.
L’episodio tuttavia è stato spesso messo in dubbio, sia sulla base delle dichiarazioni del telegrafista di Marsala che di quelle dell’ufficio palermitano.

“E’ bello il vedere Milano, Torino, Genova, Firenze, Napoli, Messina, Palermo e Cagliari in corrispondenza ora con Marsiglia, ora con Parigi e, molte volte, specialmente Torino con Londra, Vienna, Strasburgo, Lisbona, Madrid, Costantinopoli, Alessandria D’Egitto”.

PENTASUGLIA nel 1863

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