Giovanni De Stefanis

Giovanni De Stefanis, contrariamente a molti dei Mille, riuscì a fare carriera nell’Esercito, grazie al proprio valore ma anche alla propria posizione sociale.

De Stefanis dei Mille

Giovanni Antonio De Stefanis nacque a Castellamonte ( o a Cuorgnè ) il 18 luglio 1832 da una famiglia benestante originaria di Ronco Canavese. Il padre Modesto era un medico di sentimenti patriottici. Abbandonò gli studi alla facoltà di Lettere presso l’Università di Torino per arruolarsi nel regg. Piemonte Reale cavalleria. Non partecipò alla campagna del 1859 perché ancora in addestramento. Improvvisamente, verso fine anno si dimise e a maggio si imbarcò con i Mille.
Nello stesso periodo altri soldati dell’esercito regio furono congedati su loro richiesta per poi ritrovarli volontari nei Mille. Tale situazione può essere stata spontanea, anche se è possibile che alcuni di essi siano stati agenti del governo oppure dello stesso Re.

De Stefanis venne assegnato al reparto Carabinieri Genovesi, il gruppo scelto di fucilieri; questo grazie al fatto che, provenendo da una famiglia agiata, aveva potuto procurarsi un buon fucile a canna rigata, versione belga di una famosa carabina svizzera.
Si distinse fin da Calatafimi. Nel prosieguo della campagna è promosso capitano per il suo impegno nella battaglia del Volturno.
Per il suo comportamento a Calatafimi e Palermo ebbe la medaglia d’argento al valore.

Terminata la spedizione fu nuovamente inquadrato nell’esercito regolare e come capitano dei lancieri partecipò alla campagna del 1866 dove, ancora una volta, poté dimostrare il suo valore, caricando con il suo squadrone, per ben cinque volte le batterie di artiglieria austriache a Torre di Versa (Friuli) e per questo ebbe una seconda medaglia d’argento al valor militare.

Proseguì la sua carriera militare e col grado di colonnello nel 1882 tornò a Firenze per assumere il comando del reggimento dei lancieri.
Partecipò anche alla prima guerra coloniale in Africa. Divenne anche comandante della prestigiosa scuola di cavalleria di Pinerolo. Nel 1894 passò in riserva col grado di maggiore generale diventando infine tenente generale nel 1903.    
Visse gli ultimi anni a Torino ove morì, a 87 anni, il 12 settembre 1919.

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