Giuseppe Rotta

Rotta, capitano dei Mille

Giuseppe Rotta, soldato fin da ragazzo, giovane capitano garibaldino, dopo la spedizione cadde affrontando la feroce guerriglia dei briganti.

Rotta (Rota) Giuseppe di Giovanni e di Caterina Bianchi, nacque a Caprino Veronese (o forse a Caprino Bergamasco) il 6 maggio 1833.
Chiamato a prestare il servizio di leva nell’esercito austriaco fu aggregato al 25° battaglione
Cacciatori raggiungendo i gradi prima di caporale e poi di sergente sempre nello stesso battaglione.
Nel 1859 disertò dall’Esercito austriaco e l’11 aprile 1859 come volontario fu aggregato alla 4^
compagnia del 3° Regg. dei Cacciatori delle Alpi partecipando così alla II Guerra d’Indipendenza.
Il 1 maggio 1859 fu promosso sergente e il 13 maggio furiere.
Nel combattimento di Rezzate riportò una ferita alla coscia sinistra.
Il 1° settembre fu congedato con il grado di sottotenente.
Come sottotenente prestò servizio nelle truppe della Lega del Governo delle Romagne e fu dispensato dal servizio il 6 dicembre 1859.
Nel 1860 partecipò alla spedizione dei Mille.
Si distinse nella battaglia di Calatafimi e il 17 maggio fu promosso sottotenente.
Si distinse ancora nelle giornate di Palermo e fu promosso tenente. Si distinse ancora nella presa di Reggio Calabria. Il 4 agosto fu promosso capitano.
Dopo la campagna entrò a far parte dell’esercito regolare con il grado acquisito durante la campagna ed ebbe conferita la menzione onorevole per essersi distinto nei fatti d’arme di Calatafimi – Palermo – Reggio Calabria.
Il 12 settembre 1861 fu posto in aspettativa per riduzione di corpo.
Nel 1862 fu di nuovo in servizio nel 36° Regg. Fanteria.
Inviato a domare una rivolta a Santa Croce di Magliano (Campobasso), cadde il 5 novembre 1862 in uno scontro con la banda di Michele Caruso che capeggiava un gruppo di briganti filoborbonici. L’episodio fu uno dei più cruenti nella campagna contro il brigantaggio e con Rotta perirono altri 29 soldati caduti in un agguato.

“…Rota, già ferito mortalmente al fianco, nel vedersi prossimi quegli assassini, si tirò un colpo di revolver nella tempia sinistra e cadde estinto dal suo cavallo…”

Angiolo De Witt, Storia politico-militare del brigantaggio nelle province meridionali d’Italia, 1884
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