Ignazio Simoni

Simoni dei Mille

Ignazio Simoni fu uno qualsiasi dei Mille, ma la sua vita, conclusa anzitempo, fu una continua e tumultuosa avventura fino alla caduta da un focoso cavallo.

Simoni Ignazio di Tommaso e di Marianna Modoni nacque a Medicina (Bologna) 15 Agosto 1826 in una famiglia numerosa ma benestante.
il padre che possedeva una conceria a Medicina e i quattro figli maschi (tra i quali appunto Ignazio) furono tutti coinvolti e parteciparono a diverse campagne di guerra.

Proprio con il padre, nel 1848, all’età di 22 anni, partecipa alla campagna del Veneto ed entra a far parte della Giovine Italia. Cominciò così un vorticoso corso di eventi: tornò con il padre a Medicina, riparte per la Valtellina per arruolarsi con Garibaldi, è costretto però rifugiarsi a Milano e poi a Genova decidendo di arruolarsi nella Marina Militare del Regno di Sardegna, disertando poco dopo imbarcandosi per Livorno, giungendo a Bologna, dove venne arrestato e rilasciato, tornado a Medicina dove lavorò come farmacista. Successivamente, con la proclamazione della Repubblica Romana, si recò a Roma dove combatte appoggiando la Repubblica. nelle fila della cavalleria dei Lancieri della morte, un corpo istituito e finanziato dal bolognese Angelo Masini. Al termine ritornò a Bologna trovando lavoro nella Farmacia Marchi Masini, di cui suo fratello Lorenzo era direttore.
Prese parte al fallito tentativo di insurrezione del 1853 e per questo fu costretto a scappare e a riparare a Genova. Qui si adatto a vari mestieri prima di trovare un posto da farmacista. Suo malgrado Simoni venne riconosciuto anche in questa città come rivoluzionario e quindi espulso. A Genova, però, scoppiò un’epidemia di colera che vede il governo locale costretto a ricorrere a tutti i farmacisti disponibili. Ignazio ebbe la condanna sospesa, ma al termine dell’epidemia, a causa dell’attentato che il suo amico Felice Orsini aveva attuato contro Napoleone III, fu costretto ad andare in esilio a Tunisi. Qui aprì una farmacia con poca fortuna.
Sentendo dello scoppio dei moti ne approfittò per tornare a Genova, ma fermato dalla polizia fu rimpatriato a Medicina.
Nel 1859, dopo aver salutato la famiglia, Simoni si arruolò come sottotenente per partecipare alla II guerra d’Indipendenza. Si congedò e giunse a Genova per arruolarsi nei garibaldini.

Nel 1860 partecipò alla Spedizione dei MIlle raggiungendo il grado di capitano.
Dopo l’impresa entrò a far parte dell’esercito Regolare raggiungendo il grado di maggiore.
Mori a Novara il 7 aprile 1862 per una caduta dal cavallo.
Al museo civico del Risorgimento di Bologna è conservata la sua camicia rossa ed altri cimeli.

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