Paolo Frascada Belfiore

Frascada Belfiore Paolo

Frascada Belfiore Paolo, di genitori ignoti, nacque e a Mortara e fu esposto nello stesso giorno nel brefotrofio di Vigevano. Al cognome ricevuto alla nascita si aggiunse quello della famiglia adottiva. Infatti ancora neonato fu affidato ad Antonio Frascada e fu allevato a Ottobiano.
In casa del Frascada esercitò umili mestieri come quello lo stalliere o garzone di mercato.
Nel 1860 incontrò in San Giorgio di Lomellina gli studenti in partenza per Quarto con i fratelli Cairoli, mentre marciavano cantando diretti a Genova. Lui invece con una carriola piena di asparagi era diretto al mercato di Pavia. Lasciò tutto e li volle seguire per partire per la Sicilia anche lui, figlio di nessuno e analfabeta. A Talamone fu assegnato alla VII compagnia insieme ai suoi compagni studenti.
Nella battaglia di Calatafimi rimase ferito esamime e creduto morto per due giorni. Qualcuno gli levò la camicia rossa, molto ambita. Al terzo giorno un ufficiale addetto alle sepolture lo toccò, lo riconobbe vivo e lo fece soccorrere. Una ferita all’angolo dell’occhio sinistro prodotta da arma da fuoco era la più grave: fu ricoverato all’ospedale di Alcamo e guarì per miracolo.
A luglio ebbe i gradi di sergente e continuò la campagna al termine della qualefu trasferito alla Real Casa Invalidi di Sorrento poi in quella di Asti.

Ebbe la medaglia commemorativa e la pensione dei Mille e la medaglia d’argento al valor militare. Dopo il congedo si stabilì a Garlasco (Pavia). Si sposò e si diede al commercio di legname senza molta fortuna.
Morì a Garlasco il 27-3-1885.

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