Rocco Morgante

Morgante Rocco, calabrese dei Mille

Rocco Morgante, farmacista di paese, dopo oltre un decennio di carcere e di traversie, riuscì a tornare a casa e a vendicarsi, mettendo fine con una strage a quella che oggi ci sembra una faida tra famiglie.

Morgante Rocco nacque a Fiumara il 4 ottobre 1805 da Vincenzo e Marianna Cotroneo.
Faceva il farmacista nel proprio paese quando nel 1848 si arruolò come semplice volontario tra gli insorti insieme ai suoi fratelli. Domata la rivoluzione, fu arrestato e condannato prima a morte e poi all’ergastolo nel bagno penale di Santo Stefano. Un suo fratello morì in carcere.
Nel 1859, fu imbarcato con altri condannati politici per essere deportato in Sudamerica. Dopo il dirottamento della nave che li doveva trasportare, sbarcò con i compagni in Irlanda e si rifugiò nel Piemonte. L’anno seguente, corse a Genova e s’imbarcò coi Mille.
A Calatafimi si guadagnò una medaglia d’argento al valor militare. Presa Palermo, fu fatto provveditore di materiali da guerra con assimilazione al grado di tenente. Liberata la Sicilia e avvenuto lo sbarco in Calabria, egli tornò notte tempo nel suo paese dove compì una vendetta rimasta memorabile: arrestò insieme ai suoi fratelli l’ex sindaco Francesco Imerti, con i due figli e altre persone che riteneva responsabili della propria prigionia e delle sventure della propria famiglia, e li fece fucilare lasciando i cadaveri insepolti. Nel 1864 fu iniziato un processo contro di lui e i suoi fratelli. Ma furono assolti sia dalla sezione di accusa di Catanzaro che dalla Cassazione di Napoli. Subì anche un processo per fatti di criminalità comune.
Intanto, sciolto l’esercito dei volontari, Rocco Morgante entrò nella Guardia nazionale come capitano e poi maggiore, ma nel 1873 fu collocato a riposo.
Passò gli ultimi anni nel suo paese riprendendo a fare il farmacista e vi morì il 23 giugno 1894.

“… Non vi è nella Provincia chi non sappia che uomo è il Morgante, e come di ogni disonestà fosse egli capace…”

Prefetto D. SIGISMONDI
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