Stefano Canzio

Canzio

Canzio Stefano di Michele e di Carlotta Piaggio nacque a Genova 3 gennaio 1837.
Il padre era un affermato artista e insegnante all’Accademia. Stefano fu avviato agli studi artistici ma manifestò subito il suo carattere turbolento e insofferente allo studio.

GIOVANE CARABINIERE GENOVESE

Il giovane irrequieto si avvicinò agli ambienti mazziniani del Tiro a segno e nel 1859 partecipò alla I guerra d’indipendenza tra i Carabinieri genovesi.
Combatté a S. Fermo, a Varese, a Malnate, a Treponti e a Como guadagnatosi il grado di sergente.
Fu nel gruppo che a Genova organizzò nel 1860 la Spedizione dei Mille.
Con il grado di sergente fu aggregato ancora ai Carabinieri genovesi comandati da Antonio Mosto.
Si distinse per il suo valore nella battaglia di Calatafimi ed ancora a Palermo sul Ponte dell’Ammiraglio dove riportò lievi ferite.
A Palermo fu promosso tenente.
Fece tutta la campagna raggiungendo il grado di capitano sul Volturno. Era ormai degli intimi del generale e lo accompagnò al cosiddetto incontro di Teano.
Ebbe le medaglie commemorative e la pensione dei Mille e la Croce di Cavaliere dell’Ordine militare di Savoia

GENERO DI GARIBALDI

Alla fine della campagna fu tra i pochi fedelissimi che seguirono Garibaldi a Caprera e l’anno seguente ne sposò la figlia Teresita.
Nel 1862 tornò a combattere al suo fianco in Aspromonte.
Nel 1866 fu con i volontari in Trentino, dove si meritò la medaglia d’oro a Bezzecca.
Alternandosi tra Genova e Caprera, a causa anche della sua vicinanza familiare divenne il portavoce più accreditato di Garibaldi e il suo più fidato consigliere. In questo periodo diventò però un collaboratore del Governo che lo pagava per essere informato sui movimenti e sulle intenzioni del pericoloso eroe confinato a Caprera. Ebbe, secondo alcuni storici, il compito di condizionare in senso moderato il movimento garibaldino.
Nel 1867 tuttavia Canzio partecipò al tentativo di occupare Roma, organizzando la fuga da Caprera.
Accompagnò da presso il generale fino a Mentana dove alla fine dovette trascinarlo via per non farlo ammazzare.
Fu con il generale ancora a Digione facendo parte di quella famosa carica dei garibaldini contro il LXI Reggimento Prussiano costretto a lasciare sul campo la bandiera. Tornato dalla Francia con il grado di colonnello venne elevato da Garibaldi al grado di generale dell’esercito dei volontari, che tuttavia ormai non esistevano più.

Canzio
POLITICO GENOVESE

Dopo il 1871 si candidò e fece il deputato del Collegio di Ferrara ma fece una sola legislatura.
Nel 1872 ebbe dal Generale Garibaldi il mandato di rappresentarlo con la bandiera dei Mille, ai funerali di Giuseppe Mazzini.
A Genova continuò a partecipare alla vita politica del movimento mazziniano, impegnandosi in associazioni e società operaie.
Nel 1879 durante una manifestazione patriottica in onore della memoria di Giuseppe Mazzini fu arrestato e liberato per l’intervento del Generale che lo visitò nel carcere.
Per il suo comportamento durante il colera del 1884 ebbe assegnata una medaglia d’oro.

Negli ultimi decenni della sua vita Canzio ricopri importanti cariche associative e rimase molto in vista nella vita politica genovese. Nel 1904 ebbe affidata la Presidenza del Consorzio Autonomo del porto di Genova, anche a causa del suo grande ascendente sulla classe operaia, nonostante i contrasti avuti per il suo moderatismo all’interno delle Società Operaie.
Morì a Genova il 14 Giugno 1909 di polmonite contratta nel generoso tentativo di domare un
incendio sviluppatosi in una notte freddissima nelle calate del porto.
E’ sepolto nel cimitero di Staglieno.

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