Valeriano Perelli

Il casale di Pescecotto dove si raccolsero i volontari ternani

Valeriano Perelli, volontario milanese, forse non sapremo mai se fu un vero patriota, un inetto o addirittura un ladro.

Perelli Valeriano di Girolamo e di Giuditta Cartagni nacque a Milano il 10/10/1821.
Nel 1849 fu alla difesa della Repubblica Romana meritando la medaglia commemorativa.
Nel 1860 partecipò alla spedizione dei Mille con il grado di sottotenente. Concluse la campagna con il grado di tenente ed ebbe le medaglie commemorative e la pensione dei Mille.
Dopo l’impresa fu confermato nel grado nell’esercito regolare. Non fece carriera e cessò dal servizio il 15/01/1865, previo consiglio di disciplina per motivi non noti.
Nel 1866 partecipò alla III Guerra d’Indipendenza e a Bezzecca fu ferito al petto.
Nel 1867 fu inviato da Garibaldi a Terni insieme al tenente Giacomo Galliano per organizzare una colonna di volontari. Questo il testo del messaggio a pietro Faustini, capo dei patrioti ternani: “Vanno a vedervi il capitano Valeriano Perelli ed il sottotenente Giacomo Galliani per consultarvi sulla Ferriera Berthè che voi conoscete”.
Fu un tentativo mal progettato, velleitario e prematuro rispetto alla successiva spedizione nell’Agro romano che si andava preparando.
Un gruppo di volontari raccolti da Faustini a Pescecotto, mosse verso Roma il 17 giugno ma fu fermato dall’esercito italiano. Perelli riuscì a passare la frontiera con lo Stato pontificio con un piccolo gruppo e poi proseguì da solo per raggiungere clandestinamente il Comitato d’Azione a Roma, dove si rese conto dell’impreparazione di chi doveva sollevare la popolazione. Ripassata la frontiera fu fermato dall’esercito italiano per essere poi scarcerato nelle successive settimane.
Il tentativo di Perelli e Galliano, in anticipo di mesi sull’azione di Garibaldi, fu un episodio controverso e improvvisato che rivelò in modo evidente i contrasti tra azionisti e moderati e che dette il via ad accuse e fraintendimenti. Tra l’altro Galliano accusò Perelli di diserzione in uno scritto pubblicato nel 1868, adombrando anche che fosse un ladro.
Nel 1871 era residente a Roma e così risulta anche della G.U. del 1878.
Morì a Frosinone nel 1880.

«L’assembramento dei giovani avvenne nel bosco di Configni: erano circa 170; li comandava un tale Perelli di Milano. Eravi un luogotenente e un trombettiere ed una bandiera tricolore…Alcuni distaccamenti di truppe furono spediti ad inseguire il piccolo drappello… Gli inseguiti, accortisi, affettarono la marcia ed arrivarono a Farfa in numero di cento. Furono raggiunti al passo di corsa, vennero arrestati e gli altri dispersi.»

il giornale “L’Italie” di Firenze
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