Faustino Bettoni

Bettoni

Bettoni Faustino di Giovanni Maria e di Caterina Salvioni nacque a Casazza (Bergamo) il 24 luglio 1831 in una famiglia benestante e influente.
Cominciò ad avere i primi guai con la polizia austriaca, per le sue idee filo-italiane, già al liceo a diciotto anni. Subì un breve arresto e pensò bene dunque di riparare temporaneamente a Lugano. Nella primavera del 1850 ritornò in Italia e riprese lo studio. Intraprese a Padova studi universitari che procedettero piuttosto lentamente visto che nel 1859 allo scoppio della II guerra d’Indipendenza si trovava ancora a Padova. Fu arrestato insieme ad altri amici a causa di una manifestazione e portato a Venezia dove subì per cinque mesi il duro carcere dei Piombi che in seguito gli causò problemi di salute.

Scarcerato e espulso verso la Lombardia che era ormai italiana, torno a casa e riprese gli studi a Pavia dove era ormai vicino alla laurea quando nel 1860, trascinato dall’entusiasmo patriottico degli studenti raccolti dai fratelli Cairoli, partì per Genova.

Partecipò alla Spedizione dei Mille aggregato ovviamente alla 7 compagnia (B. Cairoli). Fece tutta la campagna prima con il grado di sergente furiere poi sottotenente. Partecipò alla presa di Favazzina sotto il comando di Cosenz.
Durante la sua permanenza a Napoli ottenne rapidamente la sospirata laurea di farmacia presso l’università di quella città.

Tornato al nord iniziò la professione facendo tirocinio in Piemonte prima a Masserano e poi a Buronzo. Si sposò e torno a Casazza dove comprò la farmacia del paese ed esercitò la professione. Nel 1862 ebbe la gradita visita del Generale Garibaldi che in quel periodo si trovava ai bagni di Trescore.
Bettoni divenne la personalità più influenze del territorio intorno a Casazza; da tutti era chiamato “la perla della Val Cavallina” e a lui si rivolsero esponenti politici come Cavallotti per spingerlo ad appoggiare questo o quel candidato alle elezioni.

Nel 1873, a causa dei reumatismi articolari abbandonò la sua professione e si dedicò a curare delle sue proprietà terriera.
Morì a Mologno di Casazza il 20 settembre 1903.

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