
Le 1000 storie dei Mille di Garibaldi
Molti i benestanti e possidenti tra i Mille, soprattutto lombardi, ma anche meridionali.
Dall’inizio Ottocento, l’aristocrazia lombarda, anche se non aveva perso tutte le terre, aveva perduto gran parte dei privilegi giuridici e di censo, mentre l’alta borghesia soprattutto agraria ma anche imprenditoriale cresceva per forza economica e per identità sociale.
I giovani rampolli dei ricchi possidenti in Lombardia, frequentavano le migliori scuole e si preparano a svolgono le più qualificate professioni del tempo (medici, avvocati, ingegneri, ufficiali, notai), consapevoli di rappresentare la nuova classe dirigente emergente, non solo della Lombardia ma dell’intero Paese.
La nuova élite, raggiunto uno stile di vita consono al raggiunto benessere finanziario e il prestigio socioculturale che una volta apparteneva solo ai nobili aspirava dunque a divenire classe dirigente di tutta la Nazione da riunificare e liberare dall’occupazione austriaca.
E questo fu senza dubbio una delle molle fondamentali del Risorgimento e dell’impresa dei Mille.
Gli studenti lombardi, tornati a casa, diventati imprenditori, avvocati, deputati, notai, in gran parte tennero fede al ruolo attribuito dalla loro classe sociale e furono classe dirigente della nuova nazione e lo stesso fecero i loro omologhi veneti.
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