
Le 1000 storie dei Mille di Garibaldi
Con il nome di Carabinieri Genovesi si costituì a Genova una Compagnia di 200 volontari nel 1859 allo scoppio della seconda guerra d’indipendenza italiana contro l’Austria con i soci della Società di Tiro Nazionale fondata nel 1852.
Pur chiamandosi Carabinieri, nulla ebbero a che fare mai con il Corpo dei Carabinieri Reali sabaudi.
Anzi l’ispirazione stessa dell’associazione e di tutti i Carabinieri genovesi fu sempre repubblicana e progressista, tendenzialmente antisabauda.
perché accomunati solamente dal patriottismo risorgimentale quali
Una cinquantina di essi, al comando di Nicola Arduino, fu incorporato nel 3° Battaglione del 3° Reggimento dei Cacciatori delle Alpi; il Battaglione era comandato da Nino Bixio e il Reggimento dall’Arduino. Si batterono eroicamente a Malnate, S. Fermo, Varese, Corno e allo Stelvio. Alla campagna non avevano potuto partecipare capi del movimento: Antonio Mosto e Francesco Bartolomeo Savi. Il primo in quanto condannato a morte in contumacia per la sua partecipazione al moto del 1857, il secondo perché appena uscito dal carcere e fisicamente provato dalla reclusione subita per lo stesso motivo.
Dopo la guerra la Compagnia si sciolse, ma il 5 maggio 1860 un gruppo di una quarantina di essi partirono da Quarto coi Mille al comando di Mosto e di Savi. Assegnati alla 7^ Compagnia (Cairoli) sbarcarono per primi a Marsala.
A Calatafimi ebbero 5 morti e 10 feriti e vinsero di fatto la decisiva battaglia insieme alle baionette bergamasche. Entrarono in Palermo per il ponte dell’Ammiragliato e furono citati all’ordine del giorno per il combattimento al convento dei Benedettini. Aumentati al numero di 85, furono a Milazzo dove ebbero una parte decisiva co 8 morti e 37 feriti.
Si assistette così al paradosso di un gruppo di repubblicani, usciti dal carcere sabaudo o dall’esilio forzato o dalla dura repressione del 1857, che conquista un regno e fa nascere la nazione, regalandola al Re.
Sbarcati il 19 agosto a Melito con Garibaldi, a Villa S. Giovanni sbarrarono la via alle 2 Brigate borboniche Melendez e Briganti. Alla metà di settembre furono inviati a Santa Maria per prender parte all’assedio di Capua e il 1° ottobre si batterono al Volturno.
Nel 1861 furono sciolti e tornarono delusi a casa.
Ma nel 1866 con lo scoppio della terza guerra d’indipendenza italiana, il maggiore Antonio Mosto fu autorizzato a creare un corpo composto da molti dei vecchi Carabinieri genovesi e da giovani volontari provenienti dallo stesso territorio, denominato dei “Bersaglieri volontari”. Inquadrati nel 1º Battaglione bersaglieri, risposero di nuovo all’appello di Garibaldi con il quale combatterono valorosamente a Monte Suello ed a Bezzecca. Non portavano il cappello piumato, ma un berretto con visiera.
Nel 1867 qualcuno di essi, tra cui Mosto, fu a Mentana e a Monterotondo contro francesi e Pontifici.
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