Francesco Grandi

Francesco Grandi

Francesco Grandi conobbe il suo misterioso e avventuroso padre solo a otto anni e ne condivise gli ideali. Fu combattente, artista e insegnante.

Francesco Grandi nacque a Tempio Pausania il 14 marzo 1841.

IL PADRE

Per comprendere la vicenda umana di Francesco Grandi occorre richiamare prima quella del padre, Tobia Arienti nato a Lissone nel 1805, di probabile origine ebraica.
Fin da giovanissimo fu amico di molti cospiratori e per questo motivo era controllato dalla polizia austriaca. Per sfuggire all’arresto sparò ferendo un gendarme e cominciò una vita di ricercato. In un altro scontro a fuoco morì il suo amico di nome Luigi Grandi.
Ricercato dalla polizia s’impadronì delle sue carte scambiandole con le proprie. Attraverso questo stratagemma sfuggì alla prigione. Scomparve il nome di Tobia Arienti e comparve da questo momento quello di Luigi Grandi.
Si spostò in Liguria e si sposò, ma a causa dell’attenzione della polizia sabauda alla sua attività cospirativa preferì trasferire la famiglia in Sardegna, prima a Porto Torres, poi a Sassari e Tempio Pausania dove face l’impresario edile. Nel 1841 nacque Francesco.
Dopo poco Luigi Grandi lasciò la famiglia a Cagliari e partì per Tunisi, Algeri, l’America, Rio Grande in Brasile e Montevideo dove combatté con Garibaldi.
Nel 1848 Luigi Grandi lasciò Montevideo e sbarcò a Nizza con Garibaldi dal brigantino “Speranza”, insieme a molti che poi parteciperanno alla spedizione dei Mille, e combatté in Lombardia. Dopo l’armistizio prese parte alla difesa della Repubblica Romana, seguì Garibaldi nella ritirata a San Marino e poi ritornò a Genova dove venne raggiunto da una lettera della moglie Giovanna Palma che, ormai in fin di vita a causa della malaria, gli affidò il piccolo Francesco.

IL FIGLIO

Così nel 1849 Francesco Grandi andò a Genova dal padre che non aveva praticamente mai conosciuto.
Il padre tentò di avviare una fabbrica di mobili e lo avviò agli studi artistici a Firenze, a Roma, infine a Genova. Alla sua morte, nel 1857, Francesco decise di rimanere a Genova continuando gli studi all’Accademia di Belle Arti.
Francesco Grandi, seguendo le orme del padre, ne condivise gli ideali rivoluzionari, conobbe personalità dell’ambiente mazziniano e fu coinvolto nei moti del 1857.
Nel 1859 partecipò alla Seconda Guerra d’Indipendenza come volontario nella compagnia dei Carabinieri Genovesi.
Il 5 maggio 1860, si imbarcò per la Spedizione dei Mille in Sicilia.
Ferito a Calatafimi il 15 maggio, venne promosso tenente a Palermo e scelto da Nino Bixio come suo aiutante di campo; in tale compito fu testimone dei fatti di Bronte di cui fa cenno nelle sue Memorie pubblicate postume.
Si segnalò nei combattimenti per la presa di Reggio Calabria, dove entrò al comando dell’avanguardia garibaldina, ricevendo la medaglia d’Argento al Valor Militare; partecipò poi a tutti gli scontri della Spedizione fino al Volturno: combattè al fianco di Menotti Garibaldi ai Ponti della Valle.
Terminata la Spedizione dei Mille, Francesco Grandi si stabilì a Cagliari, dove mise su famiglia, lavorando come professore di disegno e maestro d’intarsio. Suoi lavori furono esposti nelle esposizioni internazionali.
Si trasferì a Sorrento, dove nel 1885, su incarico dal Ministro dell’Agricoltura, dell’Industria e del Commercio, fondò la Regia Scuola d’Arte applicata alla tarsìa e all’intaglio, dirigendola per 28 anni fino al 1914, attivando con grande impegno i corsi di Disegno, Intarsio ed Ebanisteria.
Da Istituto Statale d’Arte, la scuola fondata da Grandi è divenuta oggi un Liceo Artistico che porta il suo nome.
Francesco Grandi si spense a Roma l’8 giugno 1934, penultimo a morire dei reduci della Spedizione dei Mille.

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