Guido Sylva

Sylva (Silva) Guido Carlo, di Luigi e di Carolina Praga nacque a Bergamo 17 settembre 1844 .

Nel 1859 partecipò alla II Guerra d’Indipendenza ancora studente liceale, nei Cacciatori delle Alpi e combatté a Seriate e a Treponti. Si trovava a Bergamo in attesa di partire per la scuola militare di Biella, quando ebbe sentore della spedizione in Sicilia e raggiunse Genova. Francesco Nullo ebbe perplessità ad arruolarlo a causa dell’età; Francesco Cucchi intervenne dicendo: “Ma bada che Sylva fece già la campagna dello scorso anno nei Cacciatori delle Alpi”; Nullo rispose: ” Quand’è così, va bene ” .

Come tutti gli studenti bergamaschi si aggregò alla 8^ compagnia. Nella battaglia di Calatafimi riportò una ferita alla spalla causata da un proiettile d’arma da fuoco. Fu portato a dorso di mulo a Vita nel convento dei Cappuccini adibito ad ospedale. Il proiettile fu estratto dal dott. Francesco Ziliani. Fece la sua convalescenza insieme a Giuseppe Bandi. Enrico Bassani che fu testimone del ferimento lo diede per morto e la notizia non solo giunse a Bergamo ma pervenne ai familiari.
Da Vita passò con altri commilitoni a Castelvetrano nel convento di San Domenico. Lui con gli altri fu accolto bene e poté visitare i templi di Selinunte in una spensierata gita che fu fatale a a cui si riapri la ferita
Dopo la convalescenza e una breve licenza a Bergamo per rassicurare i familiari riprese il suo posto e partecipò alle ultime fasi della guerra, venendo infine promosso sottotenente.

Dopo la campagna dei Mille, volendo far parte dell’Esercito regolare, frequentò nel 1862 la scuola militare di Ivrea. Durante una visita del re Vittorio Emanuele, Sylva, Archetti, Evangelisti, Frediani, Prignacchi e altri, lo accolsero il re al grido di “Viva il Re e Viva Garibaldi”. Il re meravigliatosi disse: Cuntacc! Cunta si a l’è franc na masnaiada (Questa è una vera ragazzata!). Tutti i dimostranti furono sottoposti a sanzioni disciplinari.

Nel 1866 partecipò alla III Guerra d’Indipendenza come sottotenente e combatté a Custoza. Dopo una carriera militare povera di soddisfazioni, nel 1867 per riduzione di quadri, lasciò l’Esercito.

A Milano ottenne un impiego come cassiere presso una banca.
Nel 1870 seguì il Generale Garibaldi in terra di Francia. Con il grado di capitano fu addetto allo stato maggiore. Per tale campagna il governo francese molti anni dopo, nel 1923, gli concesse la medaglia militare e la medaglia della “Legione d’onore”.

Ritornato a Bergamo si sposò e iniziò a lavorare nella produzione e commercio della seta, senza grandi successi.
Fu molto attivo tra le associazioni e le iniziative dei reduci.
Pubblicò nel 1910 le memorie “La VIII Compagnia dei Mille” dedicato ai volontari bergamaschi.
Nel 1922 aderì al Fascismo.
Morì a Bergamo il 3 luglio 1928.

“Al nostro sbarco né autorità cittadine né abitanti fecero accoglienza: soltanto una decina di barcaioli sul molo, buttando all’aria le loro berrette rosse, si sgolarono a gridarci Viva l’Atàla, viva l’Atàla! Le vie erano quasi deserte e i pochi passanti ci guardavano come trasognati”

G. Sylva
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