Augusto Manneschi

Augusto Manneschi, il più misterioso dei Mille, scomparve senza lasciare traccia. Spia o cospiratore, patriota o truffatore?

Manneschi Augusto di Giuseppe nacque a Siena nel 1826.
Partecipò alla spedizione dei Mille come soldato nella seconda compagnia ed aveva ottenuto pensione e medaglia.
Tuttavia la sua vita prima e dopo la campagna del 1860 è piena di misteri e contraddizioni .
Era stato propagandista mazziniano in Toscana, della fazione più accesa, ai limiti del “terrorismo”, e sembra sia stato implicato in pugnalamenti di avversari politici.
Dopo il ’48 e l’intervento austriaco a Livorno era stato indagato e incarcerato per qualche tempo nella Fortezza di Livorno come sovversivo, particolarmente temuto per i legami che aveva saputo tenere tra gli ambienti mazziniani delle città toscane e i lavoratori più poveri (per esempio i facchini).
Nel 1853 era stato processato a Firenze per falso in cambiali.
Tuttavia nel 1854, un rapporto al Ministero dell’Interno del Granducato di Toscana lo segnalava come confidente della Polizia di Livorno.
Alla fine della campagna dei Mille, il 4 febbraio 1861,  Manneschi  segnalò alla Polizia piemontese, la presenza a Napoli del ricercato Giuseppe Mazzini, tentando evidentemente di accreditarsi come informatore.
Cancellato dai ruoli dell’“Esercito Meridionale” a causa presumibilmente della condanna del 1953, visse forse a Roma e Viterbo. Nel 1865 risiedeva a Bologna. Nel 1869 risultava in corrispondenza con importanti ministri.
Nel 1878 era ormai scomparso senza traccia secondo quanto riportato dalla Gazzetta Ufficiale del 1878: ”…attualmente di incerta esistenza. Già cancellato dai ruoli dello Esercito meridionale ed escluso dall’onore di fregiarsi della medaglia e dal diritto a pensione”.
Naturalmente non lo trovò neppure il fotografo Pavia che quindi non lo fotografò per il suo Album dei Mille.

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