Giuseppe Borchetta

Borchetta

Giuseppe Borchetta, repubblicano convinto, risolse a modo suo il dilemma tra ideologia e realtà che coinvolse tanti giovani italiani.

Borchetta Giuseppe di Tommaso e di Luigia Chinaglia, nacque a Mantova 26 febbraio 1827.
Era studente in ingegneria di buona famiglia. Fin da giovane si avvicinò agli ambienti della cospirazione.Nel 1848 partecipò alla I Guerra d’indipendenza. Dopo Custoza e Novara, accorse alla difesa della Repubblica Romana distinguendosi al Vascello. Come ufficiale ingegnere si occupò dei lavori di difesa sulle mura a Porta San Pancrazio.
Dopo la caduta di Roma sembra si sia rifuggato per qualche tempo a Londra.
Tornò comunque a Mantova nel 1957.
Nel 1859 partecipò alla II Guerra d’Indipendenza e nel 1960 partì con i garibaldini da Quarto.

Borchetta faceva parte dei più intransigenti repubblicani partiti con i Mille.
Il 7 maggio 1860, dopo che sui due vapori, poco prima di Talamone, fu letto l’ordine del giorno, che dava all’impresa il grido di “Italia e Vittorio Emanuele”, decise di restare ma solo fino a che questa si fosse avviata al successo, non fino alla sua conclusione con la consegna del sud nelle mani del Re.
Nella spedizione ebbe il grado di sottotenente e fu addetto allo Stato Maggiore. Si distinse nella battaglia di Calatafimi.
Tenendo fede alla parola, dopo le vittorie di Calatafimi e di Palermo si ritirò, con la stima del Generale.

Terminata così l’impresa, da Milano ritornò a Mantova abitando in via Vescovado ed esercitando la sua professione.
Per ironia della sorte ebbe la medaglia al valore per il suo comportamento a Calatafimi grazie a un Regio decreto.
Morì a Mantova il 3-4-1892 e ebbe funerali civili.

“… Non volendo più saperne del motto Italia e Vittorio Emanuele, salutò rispettosamente e se ne andò via…”

G.C. ABBA
5,0 / 5
Grazie per aver votato!

Rispondi