Luigi Bay

Bay Luigi dei Mille

Luigi Bay tra i quindici e i vent’anni fu giovanissimo combattente tra le Guide a cavallo; per tutto il resto della vita, tranquillo impiegato di banca.

Bay Luigi di Gaetano e di Giuseppina Bianchi Gonzaga, nacque a Lodi (Milano) 31 maggio 1845. Il padre era ingegnere capo del Genio civile di Pavia ed era stato inviato a Lodi per dirigere la costruzione di un ponte. Nel suo alloggio diede alloggio a giovani studenti e futuri patrioti come Tito Speri.
Nel 1857 l’ing. Bay si trasferì a Piacenza in quanto era stato nominato capo del Genio civile di quella provincia e Luigi fu ammesso all’I. R. Accademia Militare di Serravalle (Vittorio Veneto). Nel 1859 in seguito alla dichiarazione di guerra Luigi, fu restituito alla famiglia a Piacenza, ma il ragazzo subito si precipitò a Bergamo per arruolarsi, anche se probabilmente non prese parte a combattimenti.
Nel 1860, non aveva ancora compiuto quindici anni, partecipò alla Spedizione dei Mille. La madre andò a salutarlo prima della partenza.
Prima assegnato alla IV compagnia, in seguito fu aggregato alle Guide.
Nelle giornate di Palermo si battè valorosamente e riportò una ferita alla coscia destra, ferita che gli provocò dei disturbi anche nella vecchiaia. Fece tutta la campagna e fu congedato l’11 novembre 1860. Ebbe le medaglie commemorative e la pensione dei Mille.
Nel 1862 seguì ancora il generale Garibaldi nel tentativo finito sull’Aspromonte.
Al ritorno dell’impresa fallita fu arruolato nella R. Marina.
Nel 1866 partecipò alla III guerra d’indipendenza, combattendo a Montesuello, Bezzecca e Condino.
Ritornò a Piacenza, completò gli studi conseguendo il diploma di ragioniere.


In seguito a contrasti familiari si trasferì in Sardegna in quanto aveva trovato un impiego presso la “Banca Agricola Sarda”. A Nuoro si sposò ed ebbe nove figli.
In seguito (1887) si trasferì a Silanus dove morì il 24 aprile 1934. I funerali riuscirono imponenti. Furono presenti i rappresentanti del Comune di Lodi, di Silanus, il prefetto di Nuoro. Egli godette sempre una salute di ferro, all’età di 80 anni superò una operazione di cateratta e in quel periodo fu invitato a Torino per la cerimonia della consegna di una bandiera donata dalla Regina alla Federazione garibaldina. Conservò fino agli ultimi istanti della sua vita una memoria lucidissima, rievocava felicemente senza alterare date e luoghi, gli episodi della sua vita e della leggendaria impresa alla quale aveva preso parte.
Dicono che secondo le sue disposizioni fu sepolto con la camicia rossa e con nella bara una foto del Generale Garibaldi. Egli fu insignito della Croce di Cavaliere della Corona d’Italia. Tutte le medaglie furono donate al Museo di Lodi.

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