Pietro Scarpis

Scarpis

Scarpis Pietro di Carlo nacque a Conegliano (Treviso) 15 novembre 1832

Era di famiglia altolocata, ma il padre morì di tisi quando Pietro aveva solo cinque anni. Il ragazzo di carattere irrequieto venne messo a studiare nel Seminario di Belluno come studente esterno, ma a 16 anni fuggì per andare a dar manforte agli insorti di Venezia, assediata dagli austriaci; fu però raggiunto dall’istitutore mandato sulle sue tracce per riportarlo in collegio.

In seguito continuò gli studi, si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza dell’università di Padova dove si laureò. Riuscì anche a farsi riformare dalla leva austriaca adducendo problemi di vista.

All’annuncio di una possibile guerra contro l’Austria, Pietro tentò di raggiungere il Piemonte, ma, mentre attraversa il fiume Mincio che faceva da confine con il Lombardo Veneto, fu scoperto dalle sentinelle austriache e ferito ad un ginocchio. Rientrò fortunosamente a Conegliano ma dopo poco tentò di nuovo e questa volta riuscì ad attraversare il confine incolume ed a riparare in Piemonte dove si arruolò come volontario, anche se non riuscì a partecipare ai combattimenti perché ancora sotto addestramento.

Nel 1860 disertò dall’esercito regolare, anche per sottrarsi alla durissima disciplina dell’esercito sabaudo, e nella notte tra il 5 ed il 6 maggio, insieme ad altri due disertori , anch’essi di Conegliano, Marin e Pilla, fu a Genova per partecipare all’impresa dei Mille

Partecipò alla battaglia di Calatafimi  e di Palermo.
Dopo il trionfale ingresso a Napoli, è nominato tenente nel II reggimento della brigata comandata da Gaetano Sacchi.

Nella battaglia del Volturno, il 1º ottobre, vide cadere, colpito da un colpo di cannone, l’amico Cesare Bernardi. Terminata la campagna si costituisce spontaneamente alle autorità militari del Piemonte: essendo disertore dell’esercito regolare, fu condannato dal Tribunale Militare di Torino ad un anno di reclusione. I genitori chiesero anche l’intercessione della regina Maria Adelaide. Dopo 4 mesi di carcere, il 9 luglio 1861 Pietro fu di nuovo libero “per Grazia Sovrana” ed ha modo di ritornare nell’esercito regolare.

Restò nell’esercito e, nel 1866, segue nuovamente Garibaldi nella campagna del Tirolo, come tenente del IV Reggimento Corpo Volontari Italiani. Nel 1867 venne congedato e nominato maggiore del Battaglione Comunale della Guardia Nazionale.

Dopo il congedo, ritornò a Conegliano, si sposò con una nobildonna e si dedicò alla professione di notaio seguendo le orme del nonno.

Pietro Scarpis morì nel 1900, dopo una lunga malattia.

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