Carlo Mosto

Carlo Mosto

Carlo Mosto, un giovane intellettuale poco adatto alla guerra, morì ucciso ferocemente, dopo una marcia estenuante in una terra sconosciuta.

Mosto Carlo di Paolo nacque a Genova 17 aprile 1836. Studiava legge presso l’ateneo di Siena quando il governo del Granducato di Toscana lo espulse. Ritornò a Genova e partecipò alla II guerra d’Indipendenza nei Cacciatori delle Alpi e si distinse nella giornata di San Fermo meritando il grado di sottotenente.
Dopo la pace di Villafranca ritornò a Siena e riprese gli studi interrotti fino alla laurea. Nel 1860, sebbene scettico sul risultato, partecipò alla spedizione dei Mille. Fece parte del reparto Carabinieri genovesi (comandato dal fratello Antonio).
Si distinse nella battaglia di Calatafimi, anche se fu il primo a sparare, nonostante gli ordini di Garibaldi.

Durante la difficile marcia alla volta di Palermo fatta di notte e di giorno sulle alture intorno alla città, rimase isolato insieme a Francesco Rivalta. Erano rimasti indietro dagli altri del reparto e caddero sfiniti dalla fatica nei pressi del cimitero di Parco (frazione di Monreale). Furono raggiunti dai borbonici che uccisero Mosto a colpi di baionetta, risparmiando il compagno che fu condotto prigioniero a Palermo. Era il 24 maggio 1860. Si credette prima che anche Mosto fosse caduto in mano ai borbonici ma quando, diversi giorni dopo, avvenne lo scambio dei prigionieri a Palermo, Rivalta fu liberato e rese nota la morte di Mosto. Il fratello allora tornò a cercare il cadavere e lo seppellì.
Ebbe conferita la medaglia d’argento al valor militare alla memoria.

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