Gaetano Zuliani

Zuliani Gaetano di Giacomo, nacque a Venezia 1826.
Era un barcaiolo.
Nel 1860 era ormai un uomo maturo e non sappiamo cosa lo spinse a unirsi ai volontari veneti  verso Genova per partecipare alla Spedizione dei Mille nella 4^ compagnia.

Dopo la conclusione della campagna fece la dura vita degli emigrati veneti, senza cittadinanza italiana, senza lavoro e con la paura di ritorsioni nel tornare a casa. Ma Zuliani era qualcosa di peggio dei suoi compagni che alternavano ubriachezza, risse, rifiuto della leva di tre anni e tentativi di cospirazione o sovversione. Zuliani invece era proprio un poco di buono. Nel giugno del 1862 fu arrestato, non si sa perché, e internato nel deposito di Cagliari (una sorta di caserma in cui si obbligavano a soggiorno forzato gli immigrati veneti riottosi). Lo stesso accadde a Ferdinando Zago-Crovato, un altro dei Mille.
In quel periodo si mostrò «piuttosto dedito al vino», ma tuttavia il Ministero dell’Interno gli concedette di ritornare dalla Sardegna che era una destinazione particolarmente punitiva per gli emigrati e la possibilità di recarsi a Milano in cerca di lavoro. Nel febbraio 1863 è costretto nuovamente a causa del suo comportamento, a recarsi in un “deposito” ad Aosta, dove pochi mesi dopo viene arrestato con l’accusa di aver provocato disordini. Egli, in evidente stato di ubriachezza, aveva aggredito a pugni e a schiaffi un altro emigrato, rivoltandosi anche contro le guardie di Pubblica Sicurezza accorse per frenare la rissa. Nei mesi di carcere si rende responsabile di pederastia nei confronti del compagno di cella. Scarcerato da Aosta ma giudicato dal sottoprefetto «un uomo estremamente manesco e prepotente, capace di qualunque cosa», viene sottoposto ad accurata vigilanza e il 28 ottobre 1865 viene nuovamente rinchiuso in carcere per un mese «per porto d’arme proibita» (andava in giro in piazza ad Aosta con un coltello)
Ebbe comunque le medaglie commemorative e la pensione.
Nel 1866, dopo la terza guerra d’indipendenza, ritornò a Venezia e riprese il suo lavoro.
Morì tuttavia a Venezia già il 6 luglio 1868.

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