Giacinto Bruzzesi

Bruzzesi

Giacinto Bruzzesi, artigiano, cospiratore, viaggiatore, combattente, massone, imprenditore, organizzatore, filantropo, passò indifferentemente e infaticabile da cospirazioni e imprese militari a iniziative imprenditoriali di ogni tipo, tra fallimenti e successi.

Giacinto Bruzzesi nacque il 13 dicembre 1822 da Lelio e Barbara Ponziani, originari di Civitavecchia. A sedici anni, Bruzzesi si trasferì a Roma al seguito della famiglia.
La sua prima attività fu di tipo artistico come incisore di pietre dure e cammei. Le sue frequentazioni artistiche lo portarono a contatto con i mazziniani, compreso Ciceruacchio, il famoso capopopolo romano. Nel 1848 fu nella Legione Romana che si batté con grande coraggio a Vicenza, nella sanguinosa giornata del 10 giugno. I volontari romani furono richiamati da Pio IX, intimorito dal governo austriaco.
Durante al difesa della Repubblica Romana, Giacinto Bruzzesi, con il grado di tenente, ebbe il comando di un distaccamento a Tarquinia di reduci della Legione Romana che guidò poi dentro le mura della città, ormai pronta all’assedio. Combatté al fianco di Garibaldi al Gianicolo e Velletri e ai Monti Parioli.

Caduta la Repubblica Romana Bruzzesi partì per la Grecia con altri 129 esuli italiani e polacchi progettando di partecipare alla rivoluzione ungherese ma, svanito il sogno, si fermò a Patrasso e poi ad Atene riprendendo il suo lavoro di incisore di cammei. Nel 1851 di recò a Londra dove entrò in contatto con Mazzini che lo mandò in Turchia a recapitare lettere a Luigi Kossuth, il politico ungherese tenuto prigioniero nella munitissima fortezza di Kutaia.
Ritornò a in Italia e da un cantiere di Ancona si fece costruire una bella nave per dedicarsi al commercio. Si trovava a Londra quando apprese che la sua nave in cui aveva investito tutti i suoi risparmi, era naufragata vicino le coste del Portogallo. Nel 1853 a Milano partecipò ai moti mazziniani del 6 Luglio 1853 ma gli eventi lo costrinsero ad esiliare ancora riparando in Oriente assieme al facoltoso cognato Lemmi intraprendendo attività commerciali. Furono anni di continua cospirazione. Nel 1857 organizzò con Mazzini l’insurrezione di Genova, repressa duramente. Inseguito dalla polizia fu costretto a rifugiarsi a Parigi.

Nel 1859, allo scoppio della Seconda Guerra d’Indipendenza, Bruzzesi fu nuovamente al fianco di Garibaldi con il grado di capitano dei Cacciatori delle Alpi.
Nel 1860 partecipò ( insieme con un fratello e un cignono) alla Spedizione dei Mille come addetto allo Stato Maggiore, nel gruppo di comando della spedizione. Si distinse nelle giornate di Palermo e di Capua ed ebbe conferita la Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia.
Dopo la campagna, con il grado di Tenente Colonnello entrò a far parte dell’Esercito regolare ma presentò le dimissioni per partecipare al tentativo di Aspromonte, venendo imprigionato a Fenestrelle fino all’amnistia. Non appena libero, accompagnò Garibaldi a Caprera.

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Bruzzesi, tornato nuovamente a Londra, mantenne sempre contatti con l’Italia. Garibaldi lo incaricò di organizzare un “Comitato d’azione romano” allo scopo di organizzare un ennesimo tentativo per l’occupazione di Roma.
Bruzzesi si trasferì a Firenze dove organizza un’ intensa attività di cospirazione volta alla liberazione di Roma. Mantenne a lungo una fitta corrispondenza con i cospiratori romani, riuscendo anche a stampare un giornale “Roma o morte”, in una tipografia clandestina a Roma. Travestito da buttero, attraversò più volte il confine dello Stato Pontificio per recare messaggi e trasportare armi. In quegli anni arrivò persino a organizzare il rapimento di Re Francesco II esule a Roma in Palazzo Farnese, per porre fine al fenomeno del brigantaggio politico che si riteneva avesse la sua base organizzativa a Roma.

La cosa più interessante nelle vicende di questo straordinario personaggi è che riuscì ad alternare in modo incredibile la sua infaticabile attività di patriota e cospiratore, con quella di uomo d’affari. Le sue attività imprenditoriali peraltro furono piuttosto sfortunate, tanto che per alla fine ottenne dal governo un modesto posto da magazziniere dei monopoli.
Nel 1863, allestì nel centro di Milano un grande magazzino di prodotti inglesi. Inoltre, con altri amici, si fece promotore della fondazione della Banca Popolare di Milano che diverrà poi famosa.

Nel 1864 Mazzini affidò a lui e a Giuseppe Guerzoni, l’incarico di incontrare a Belgrado, Bucarest e Sofia alcuni patrioti per organizzare un’insurrezione contro l’Austria. I due proseguono quindi per Costantinopoli dove, su incarico di Garibaldi, avrebbero dovuto organizzarvi una Legione Italiana da inviare in Polonia in soccorso degli insorti.
Tornato in Italia, Bruzzesi tentò di mettersi nuovamente in affari con un’altra delle sue idee: sviluppare la produzione di cotone nell’Italia meridionale, con l’aiuto del capitale inglese, approfittando del calo di produzione negli USA dove la Guerra di Secessione aveva compromesso la produzione e le esportazioni verso l’Inghilterra. Per tale progetto, mai realizzato, cercò anche l’aiuto di Garibaldi.
Partecipò alla III guerra d’Indipendenza e nei combattimenti al Monte Suello si meritò una seconda medaglia d’oro al valore militare.

Con Bezzecca conclude la sua vita di soldato e nel 1868 Bruzzesi avviò una fabbrica di calzature che ebbe una vita difficile. Mise su anche stabilimenti balneari a Civitavecchia frequentati anche da Garibaldi con i suoi figli più piccoli. Nel 1881 si trovò coinvolto nella organizzazione della Mostra campionaria all’Esposizione di Milano.

L’ultima impresa la compì negli ultimi anni, quando colpito dalle condizioni di miseria e abbandono in cui versavano molti reduci, decise di creare per essi un luogo di riposo .
Così nel 1899, con due industriali milanesi, Candiani e Amati, fondò la “Casa di riposo per veterani e invalidi”, sul modello dell’Hotel des Invalides. La struttura venne inaugurata il 6 marzo 1899 a Turate nei pressi di Milano, alla presenza di Re Umberto I a cui viene intitolata.
Morì il 25 maggio 1900.

Scrisse delle memorie sulla spedizione dei Mille, pubblicate postume.
Pubblicò un breve pamphlet: Una Parola Sulle Molte Storie Garibaldine: Lettera di Giacinto Bruzzesi a Giuseppe Bandi, per polemizzare con il severo giudizio di Bandi sull’accoglienza della città di Marsala e dei siciliani ai Mille

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