Giovanni Acerbi

Acerbi

Acerbi Giovanni di Battista e di Domenica Moneta nacque a Castel Goffredo (ora in provincia di Mantova) il 14 Novembre 1825. Era nipote dell’esploratore e diplomatico Giuseppe Acerbi.

Dopo gli studi liceali iniziò gli studi universitari a Pavia dove frequentava la facoltà di Giurisprudenza. Nel 1847 per la sua attiva propaganda di idee mazziniane fu arrestato e tradotto a Milano. Liberato durante le 5 giornate, combatté nella prima Guerra d’Indipendenza e nella difesa di Venezia come capitano d’artiglieria. Fuggito a Genova fece parte del Comitato d’Azione. Con l’amnistia austriaca del 1850 poté ritornare a Pavia e laurearsi.
Ritornato ancora a Mantova si diede alla cospirazione e fu alla direzione del Comitato con Tazzoli e tanti altri. Condannato in contumacia fu costretto nuovamente a cercare la salvezza con l’esilio, riparò dapprima in Svizzera, in Francia, in Inghilterra e in Belgio. Ritornato a Genova quando tutto era calmo intraprese un’attività industriale, continuando però a cospirando con Mazzini. Nel 1854, mentre a Genova infuriava il colera, il governo del Re di Sardegna lo fece arrestare per qualche mese per cospirazione contro l’Austria.
Nel 1859 partecipò alla II Guerra d’Indipendenza. Fu aggregato ai Cacciatori delle Alpi con il grado di sottotenente. Fece tutta la campagna.
Nel 1860, partecipò alla preparazione della spedizione dei Mille. Imbarcato sul Piemonte, ed ebbe la carica di Intendente Generale, con Ippolito Nievo come vice.
Fu ammesso nell’esercito regolare col grado di colonnello ma nel ’62 fu processato per aver arruolato volontari per la spedizione di Garibaldi in Aspromonte.
Partecipò alla Terza guerra di indipendenza italiana (1866), nuovamente come colonnello comandante dell’Intendenza. Fu nuovamente con Garibaldi nella spedizione nell’Agro romano dell’anno successivo, operando intorno a Viterbo.
Fu deputato, nelle schiere della sinistra, per il collegio di Lendinara (Ro) nel periodo 1865-67 e successivamente per quello di Gonzaga (Mn).
Morì il 4 settembre 1869 a causa di ferite subite da un incidente di carrozza a Firenze all’età di 44 anni.

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