Vittore Tasca

Tasca

Vittore Tasca, ricco possidente lombardo, commerciante di seta, cospiratore, ufficiale garibaldino, deputato al parlamento, prototipo di molti tra i Mille.

Tasca Vittore di Faustino e di Giovanna Conti, nacque a Bergamo il 7 settembre 1821. Tasca apparteneva ad una famiglia numerosa e benestante, con proprietà terriere a Brembate di Sotto.

Frequentò il Ginnasio Liceo di Bergamo, poi si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza presso l’Università di Pavia e vi si laureò. Dopo il ritorno a Bergamo non esercitò la professione ma si dedicò al commercio della seta. Seguì gli avvenimenti del 1848 partecipando alle riunioni clandestine. Quando scoppiarono i moti di Milano collaborò alla costituzione della  Guardia Civica  a Bergamo e nel luglio del 1848 entrò a far parte dell’esercito piemontese con i gradi di sottotenente dei bersaglieri.

Dopo la sconfitta di Custoza, Vittore riparò in Svizzera, con il fratello Benedetto ed altri patrioti lombardi, a Lugano dove incontrò Mazzini che voleva assolutamente provocare un’insurrezione in Lombardia, mandando Gabriele Camozzi e Tasca vestiti da muratori e verificare la situazione nell’alto bergamasco. Poco tempo dopo Vittore, lasciando la Svizzera, riparò in Piemonte.
Nella primavera del 1849 mentre si riorganizzava l’esercito piemontese per riprendere la campagna, interrotta dopo l’Armistizio di Salasco, si interessò di far suscitare moti insurrezionali nella provincia di Bergamo. La sconfitta di Novara costrinse Vittore a riprendere ancora una volta la via dell’esilio e riparare ancora in Svizzera. Nel 1850, in seguito ad una amnistia, ritornò a Bergamo sorvegliato attentamente dalla polizia austriaca.

Nel 1859 non partecipò alla seconda Guerra d’Indipendenza poiché in quel periodo si trovava in Oriente per conto di una società dell’industria serica. Rientrato a Bergamo fu tra i promotori del “Comitato per un milione di fucili”. Venuto a conoscenza della prossima spedizione in Sicilia, lasciò proprie occupazioni commerciali, dedicandosi a raccogliere denaro e volontari.  

Il 5 maggio si imbarcò con i Mille nell’ottava compagnia (A.Bassini) con il grado di sottotenente mostrando ben presto il suo temperamento di combattente e di organizzatore militare. Dopo la battaglia di Calatafimi venne promosso tenente e assunse l’incarico di vice comandante della compagnia. Anche durante le giornate di Palermo diede prova del suo coraggio e il 5 giugno fu promosso capitano e subito dopo maggiore, al comando del IV Battaglione, trasformando i volontari siciliani in combattenti addestrati che si distinsero sul Volturno.
Durante la campagna ebbe modo di fare amicizia con A. Dumas a cui narrò i propri viaggi in oriente.

Ritratto di Vittore Tasca dipinto dall’amico Giovanni Carnovali

Rientrato a Bergamo ebbe ad interessarsi dell’organizzazione territoriale della Guardia Nazionale e della Società del Tiro a Segno. Nel 1866 partecipò alla III Guerra d’Indipendenza con il grado di tenente colonnello dei Volontari Italiani.
Per circa 20 anni fece parte del Consiglio Comunale di Bergamo. Per tre volte entrò a far parte della Camera dei Deputati: nella XI, XV e XVII legislatura.

Trascorse gli ultimi anni nella villa di Brembate di Sotto, dedicandosi alla pittura per la quale aveva una passione. Morì il 21 aprile 1891.

“… era una strana testa, che con un po’ di studi forse sarebbe riuscita d’un artista. Con quelli ch’egli aveva fatti era rimasto qualcosa di mezzo tra un commerciante geniale e un agricoltore…”

G.C.ABBA

Bibliografia: M. C. Cariessi G. Oberti, Vittore Tasca e la sua villa di Brembate,

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