Giuseppe Capuzzi

Capuzzi

Giuseppe Capuzzi, coraggioso combattente di tutte le lotte d’Indipendenza, cercò di mettere in letteratura lo stesso entusiasmo, con poca fortuna,

Capuzzi Giuseppe di Stefano nacque a Bedizzole (Brescia) il 25/11/1825
Fu studente della facoltà di legge a Padova .
Nel 1848-49 partecipò alla I guerra d’indipendenza.
Dopo la sconfitta, a causa delle sue attività sospette alla polizia austriaca, fu costretto a emigrare.
Non convinto dell’alleanza stretta dal Piemonte con la Francia di Napoleone III, decise di non partecipare alla campagna del 1859, ma nel 1860 all’appello di Garibaldi rispose raggiungendo Genova.
Si aggregò alla IV compagnia ed essendosi distinto a Calatafimi e Palermo, ricevette la nomina di tenente. Dopo il Volturno ebbe una medaglia al valor militare.
Al termine della campagna ritornò al paese nativo. Ebbe le medaglie commemorative e la pensione dei Mille.
Era da poco sposato quando nel 1866 partecipò alla III guerra d’indipendenza e ebbe il grado di capitano. Ebbe un battibecco con il suo colonnello nelle vicende della guerra e si giunse ad un duello che ebbe luogo dopo la campagna e Capuzzi fu ferito alla testa.

Si stabilì a Brescia. Divenne Vice-segretario al comune di Brescia e segretario della biblioteca Queriniana. Si dedicò anche al giornalismo e fu infatti per molti anni redattore del giornale “Provincia di Brescia” e poi direttore dell’ ”Avamposto”. Fu anche presidente della Società Bresciana dei Mille.
Morì a Brescia il 28 giugno 1891.

Il 20/06/1860 a Palermo, appena dopo la liberazione della città, diede alle stampe un opuscolo “La spedizione di Garibaldi in Sicilia – memorie di un volontario”. Si tratta di un vero e proprio istant-book con valore di diretta testimonianza, scritta a caldo subito dopo i fatti. Tuttavia il suo non è il testo di un inviato di guerra, ma di un patriota mosso da una sincera curiosità sulla Sicilia ma anche da intenti propagandistici.
Non era la sua prima impresa letteraria. Nel 1848 aveva pubblicato un opuscolo dal titolo “Gli ultimi poliziotti dell’Austria a Brescia”. Nel 1859 fece rappresentare il dramma in tre atti “Tito Speri” con scarso successo. 

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