Giuseppe Oddo

Giuseppe Oddo

Giuseppe Oddo da giovane fu il rivoluzionario “Primo Soldato della Nazione” e del titolo fece il proprio vanto, ma dopo dieci anni di esilio si accontentò di occuparsi degli asili infantili.

Oddo Giuseppe di Salvatore nacque a Palermo il 1806.
Fin da giovane fu un fervente patriota. Nei moti del 1948 fece parte di un comitato provvisorio nella piazza della Fieravecchia e del Comitato di Guerra.
Fu protagonista di alcuni episodi in cui dette prova di gran valore come la conquista della caserma della Gendarmeria a cavallo nel convento di San Francesco di Paola riuscendo a far prigionieri sessanta cavalieri con armi e bagagli. Comandò una squadra, che aveva rintuzzò l’assalto dei soldati borbonici sbarcati dalle navi. Il Comitato Generale lo insignì dell’altisonante titolo onorifico di «Primo soldato di Sicilia» con il grado di colonnello, posto alle dirette dipendenze del Presidente Ruggero Settimo e ciò fino all’aprile del 1849.

Dopo la restaurazione, Oddo si rifugiò a Malta che lasciò solo dopo dieci anni, nel 1859 per partecipare alla II Guerra d’Indipendenza e l’anno dopo alla spedizione dei Mille, ormai quasi cinquantenne.
Dopo lo sbarco formò una squadra di 300 volontari rinforzando efficacemente la spedizione garibaldina, specialmente nella battaglia di Palermo. Si distinse negli scontri del 28-29 maggio in prossimità dei palazzi dei principi Santa Ninfa e Carini e in via Toledo davanti la Cattedrale.
Ebbe poi dal generale Garibaldi l’ordine di recarsi ad Agrigento per portare insurrezione e raccogliere uomini.
Al termine della campagna in Sicilia rimase a Palermo. Chiese un impiego adeguato ai suoi meriti patriottici e ottenne dal prodittatore Mordini la carica di Censore di disciplina negli asili infantili di Sicilia col soldo di £ 240 mensili.
Nel 1862 partecipò ala spedizione in Aspromonte. Fatto prigioniero fu rinchiuso brevemente nel forte di Bard. Liberato in seguito all’amnistia ritornò a Palermo.
Si ritirò allora a vita privata. Morì a Palermo il 17 gennaio 1888.

“…È il famoso Primo Soldato della Nazione. Uomo smisuratamente avventato e ridicolo…”

RAPPORTO DELLA POLIZIA BORBONICA

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