Romeo Bozzetti

Bozzetti

Bozzetti Romeo di Francesco e di Francesca Lanza, nacque a San Martino in Beliseto (Cremona) il 2 febbraio 1835 in una famiglia di agiati agricoltori.
Frequentò studi superiori a Brescia, dove la famiglia si era trasferita. Studiò Matematica all’Università di Padova.  Qui conobbe Ippolito Nievo, di cui diverrà più tardi collaboratore e amico. Controllato dalla polizia. partì in volontario esilio a Torino alla fine del 1855 e visse dando lezioni private. Nel 1859 partecipò come volontario nel corpo dei Cacciatore degli Appennini e con il grado di sergente furiere alla II Guerra d’indipendenza. Dopo il congedo intraprese l’attività giornalistica a Milano, ma pochi mesi dopo si recò a Genova assieme ad Enrico Eugenio Richiedei e altri volontari milanesi per partecipare alla spedizione dei Mille.

Fu inquadrato come capitano nell’Intendenza con a capo Giovanni Acerbi, che scelse tra i suoi più fidati e diretti collaboratori Ippolito Nievo, Romeo Bozzetti ed Enrico Rechiedei e Enrico Uziel, inseparabili compagni. Il reparto aveva il compito di provvedere al vettovagliamento, vestiario, armamento, finanziamento della truppa.

Fu comunque in prima linea a Calatafimi e alla presa di Palermo, meritando la medaglia d’argento.
Il 2 novembre 1860 ebbe la promozione a maggiore mentre era a Palermo con Ippolito Nievo per ordinare le carte dell’Intendenza. Nel marzo 1861 la nave di Nievo fece naufragio, un episodio tragico con alcuni risvolti tuttora irrisolti. Il compito di render conto della gestione della cassa dell’Intendenza dei Mille fu affidato a Bozzetti, che il 2 maggio 1862 consegnò a Giovanni Acerbi la cassa con la rimanenza di 9.610 lire. Conservò un cassa di documenti, lasciati poi in custodia a uno dei figli, religioso rosminiano,
Entrato nell’Esercito del Regno d’Italia, fu nominato maggiore nel 18° Reggimento di Fanteria e partecipò alle operazioni militari nel Sud dell’Italia contro i cosiddetti briganti. Nella terza guerra d’indipendenza, ricevette la medaglia di bronzo.
Si sposò ed ebbe una numerosa famiglia.
Negli anni seguenti la vita di Romeo Bozzetti fu più tranquilla, scandita dagli spostamenti e dalle promozioni del servizio militare che lo portarono al congedo nel 1895 con il grado di generale.

Dopo il congedo si dedicò alla sua tenuta agricola a Borgoratto Alessandrino, dove morì il 5 aprile 1907.
Lasciò delle memorie, dettate a uno dei figli, riguardanti sia la spedizione dei Mille che la lotta al banditismo,  descritte con un sorprendente linguaggio diretto, e crudo che non nasconde le crudeltà e le durezze della guerra e i metodi dell’Esercito italiano contro le popolazioni meridionali.

La foto di Bozzetti dell’Abum dei Mille non è scattata da Pavia ed è una delle poche di cui si può ricostruire la storia. Giunse al fotografo da un collega (Fiorillo) di Barletta e chiarisce una delle modalità con cui Pavia si procurava le fotografie quando il soggetto non era a portata di mano perché residente lontano, irreperibile, ovvero defunto.

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