Andrea Rossi

Rossi

Andrea Rossi, pilota dei Mille, incontrò Garibaldi a diciassette anni davanti a un’isola fantasma. Combatté ovunque, rimanendo il marinaio che fu fin da ragazzo.

Rossi Andrea di Giovan Battista nacque a Diano Marina (Imperia) il 14 agosto 1814. Non ebbe né fratelli né sorelle. Fin da piccolo manifestò una grande passione per il mare e si imbarcò sui navi mercantili genovesi.
Navigava nel canale di Sicilia tra Pantelleria e Sciacca quando il 10 luglio 1831 ebbe per prima volta ad incontrarsi presso l’isoletta Ferdinandea, spuntata per attività vulcanica e dopo qualche tempo inabissata nuovamente. Garibaldi era imbarcato su un veliero che batteva bandiera sarda e con una scialuppa si avvicino per osservare l’isoletta per segnare sulla carta il punto geografico. Anche Andrea Rossi si trovava lì per lo stesso motivo. Si scambiarono qualche parola e si presentarono.

Attratto dalla propaganda della Giovine Italia partecipò ai moti del 1833 e costretto a prendere la via dell’esilio. Giunse a Montevideo dove rincontrò Garibaldi e partecipò al corpo di spedizione organizzato al servizio dell’Uruguay.
Nominato comandante di una imbarcazione, trasportò la legione garibaldina sul fiume Uruguay. Nella battaglia di Sant’Antonio del Salto (8 settembre 1846) ebbe la nomina di ufficiale.
Nel 1848, alla notizia degli avvenimenti che si svolgevano in Italia, ritornò in patria con il generale Garibaldi sul brigantino “Speranza”.
Partecipò alla difesa di Roma nel 1849 e seguì il generale fino alla ritirata di San Marino.

Riprese allora la via del mare e raggiunse la nomina di capitano marittimo.
Scoppiata la II Guerra d’Indipendenza egli lasciò il mare e si arruolò nel corpo dei Cacciatori delle Alpi col grado di sottotenente.
Nel 1860 partecipò alla spedizione dei Mille e fu comandante in seconda del piroscafo Piemonte. Dopo la liberazione della Sicilia organizzò una flottiglia di pescherecci che la sera dell’8 agosto 1860 trasportò i volontari sulla costa della Calabria. Combatté sul Volturno.
Andrea Rossi partecipò a tutti i fatti d’arme ed ebbe conferita la medaglia d’argento al valor militare e nominato capitano di fregata e capitano del porto di Messina.

Chiese di passare nell’Esercito italiano ebbe il grado di Colonnello nel ruolo delle capitanerie.
Nel 1862 seguì ancora il generale Garibaldi nel tentativo fermato sull’Aspromonte. Fatto prigioniero fu incarcerato per qualche tempo.
Riavuta la libertà con l’amnistia riprese il suo lavoro ed ebbe il comando delle capitanerie di porto prima di Ancona, poi a Messina, e infine a La Spezia.
Dopo il collocamento a riposo nel 1871 ritornò a Diano Marina e si diede alla cura della sua numerosa famiglia. Per alcuni anni, fu sindaco. Morì il 13 dicembre 1898.

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