Cesare Michieli

Michieli Cesare di Tommaso e di Giuseppina Zucchesi nacque a Campolongo (Udine) il 7 settembre 1838.
Nei vari elenchi dei Mille è riportato Micheli o Michelli.
Il padre era medico. La famiglia pensò di avviarlo agli studi, e Cesare fece i primi studi a Campolongo poi ad Udine dove frequentò il ginnasio liceo e si avvicinò alle idee patriottiche.
Nel 1857 si iscrisse all’Università di Padova nella scienze matematiche. Nel 1859 si trasferì a Pavia.
Nell’aprile del 1860, all’insaputa della famiglia si recò a Genova, per partecipare alla spedizione. Con il grado di luogotenente fu aggregato alla I compagnia.
Combattè con valore a Calatafimi.
Fece parte della Compagnia dei Trenta Prodi comandata dal maggiore Tiikery, che a, Palermo alla battaglia del Ponte dell’ Ammiraglio del 27 maggio , attaccò per prima le truppe napoletane, che difendevano Porta Termm1. Nella terribiìe mischia Michieli usci illeso al contrario di molti suoi compagni.
Il 20 luglio combattè a Milazzo dove riportò una ferita, alla mano. Prese parte alla traversata dello stretto di Messina e allo scontro di Reggio Nel settembre venne nominato, tenente.
Alla battaglia di Volturno, a Maddaloni, dette prova di valore, combattendo da leone a i\Ionte Caro, raccogliendo e guidando all’attacco contro i bavaresi i resti d’ella sua Compagnia, rimanendo ferito da una scheggia di bomba, e meritandosi l’encomio di Nino Bixio.

Al termine della campagna ritornò in Pavia e poi riprese gli studi a Parma e si laureò in ingegneria. Si iscrisse poi alla Scuola di applicazione di artiglieria a Torino . Ne usci col grado di sotto-tenente e la concessione della cittadinanza italiana. Allo scoppio della 3^ Guerra d’Indipendenza rassegnò le dimissioni dall’esercito regolare per accorrere come volontario nelle file di Garibaldi. Combattè al ponte del Caffaro, nell’assalto di Monte Suello, in cui sebbene ferito, da una pallottola in una gamba, continuò a tenere il comando della Compagnia guidandola all’attacco fino alla conquista della posizione. Si meritò per tale atto la medaglia. d’argento al valore militare.

Cessata la guerra, grazie alla cittadinanza italiana che lo metteva al riparo da azioni della polizia austriiaca, torno a Campolongo d’ove trascorse il resto della sua gloriosa esistenza. Sposò Emilia Marizza, figlia d’ un ricco negoziante goriziano. Morì a Cervignano il 19 ottobre 1889, le sue spoglie vennero deposte nella tomba di famiglia, situata nel Camposanto di Grazigna.

I suoi funerali diedero motivo a delle dimostrazioni irredentistiche, fatte in barba a tutte le disposizioni prese dalla polizia austriaca per soffocarle.

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