Giuseppe Abbagnale

Giuseppe Abbagnale nei Mille vide la propria rivincita dopo dieci anni di galera durissima, ma la vittoria non bastò a ridargli la tranquillità e mori alcolizzato in manicomio.

Abbagnale Giuseppe di Melchiorre nacque a Casola (Napoli) il 25 novembre 1816.

Era figlio di un contadino di Casola che si era trasferito a Gragnano. Svolgeva la professione di taglialegna o falegname quando nel 1848 partecipò a un’associazione segreta mazziniana guidata a Casola dal bottaio Michele Mascolo e a Gragnano dall’avvocato Gaetano Mariconda. Si opponevano allo scioglimento del parlamento e alla sostituzione del governo costituzionale da parte di  Ferdinando II e si proponeva l’instaurazione della repubblica e la divisione delle terre. Scoperta la setta ai primi del marzo 1849, Abbagnale fu tratto in arresto assieme ad altri affiliati il 16 luglio.

Condannato a 24 anni di reclusione, iniziò a scontarli tra vari penitenziari. Il suo nome compare negli scritti di Luigi Settembrini fra i reclusi nell’ergastolo dell’isola di Santo Stefano nel 1852.
Nel 1858, dopo quasi un decennio di reclusione, venne compreso tra coloro che dovevano essere esiliati per sempre sul continente americano insieme a altri 65 detenuti tra cui Carlo Poerio, Luigi Settembrini e Silvio Spaventa. Così, nel gennaio del 1859 furono imbarcati sulla corvetta Stromboli e trasportati a Cadice, dove vennero trasbordati sulla David Stuart, la nave statunitense noleggiata dal governo napoletano per il viaggio oltreoceano.

Venne liberato, assieme agli altri prigionieri politici, grazie al colpo di mano di Raffaele Settembrini, il figlio di Luigi, il quale  riuscì a dirottare nel Regno Unito la David Stuart.
Abbagnale riparò in Piemonte e qui prese contatti con i repubblicani di Mazzini.
Nel 1860 si imbarcò da Quarto con i Mille di Giuseppe Garibaldi e combatté a Calatafimi e a Milazzo.
Dopo l’impresa ritornò in Campania.
La sua salute, minata dalla lunga reclusione, e la delusione degli ideali repubblicani lo portarono all’alcolismo e poi a problemi psichici. Il 4 febbraio 1869 fu ricoverato nel manicomio di Aversa, dove morì pochi giorni dopo.

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