Giuseppe Missori

Giuseppe Missori dei Mille

Giuseppe Missori, uno dei grandi eroi repubblicani dei Mille, rinunciò a far valere la sua medaglia d’oro per avere un ruolo di primo piano nella politica dopo l’Unità, ma ricevette grande popolarità e la stima di tutta Milano.

Giuseppe Missori nacque l’ 11 giugno 1829 a Mosca da Gregorio e da Agnese Torriani.
I genitori, di origine bolognese, si trasferirono a Milano dove visse quasi sempre.
Di famiglia benestante frequentò la mondanità milanese, sino al 1848 quando abbandonò la vita brillante e gli agi per correre a combattere come volontario. In tale periodo maturò saldi principi repubblicani.

Nel 1859 si arruolò nelle “Guide a Cavallo” di Garibaldi distinguendosi fino ad avere i gradi da ufficiale. L’anno seguente partì con la spedizione dei Mille al comando di 24 “Guide”. A Marsala si procurarono i cavalli e a Calatafimi presero per primi contatto con il nemico ed entrarono anche per primi a Palermo il 27 maggio.
Il numero delle “Guide” aumentò e il 20 luglio combatterono Milazzo.
Durante questa battaglia, Giuseppe Missori diede prova di straordinario valore salvando la vita a Garibaldi che era rimasto isolato, appiedato e armato solo di sciabola e stava per essere raggiunto dlla carica di un drappello di Cacciatori a cavallo. Intervenne coraggiosamente sparando con il revolver e fermando i cavalieri che stavano per travolgere e colpire con fendenti l’eroe dei due mondi.
L’ 8 agosto Missori ebbe il delicato compito di varcare con 200 uomini lo Stretto di Messina per sorprendere il forte di Villa San Giovanni. Il tentativo non ebbe esito fortunato, e Missori con i suoi si diede alla montagna finché riusci a congiungersi con il resto della truppa successivamente sbarcata.
Fu tra i pochi ufficiali che entrarono insieme a Garibaldi a Napoli il 7 settembre a Napoli:
Combatté valorosamente al Volturno e fu presente allo storico incontro di Teano.
Per il suo comportamento a Milazzo ricevette la medaglia d’oro al valor militare.

Missori con la Colt in mano che soccorre Garibaldi

Quando Giuseppe Garibaldi si ritirò a Caprera, Missori ritornò a Milano ma partecipò al tentativo terminato sull’Aspromonte. Dopo la malaugurata fine dell’esperienza tornò nuovamente a casa ma mantenne sempre i contatti con Garibaldi e rimase attivo nella lotta politica fra democratici e moderati.
Nel 1864, al comando di due battaglioni raccolti a Terni, combatté a Monterotondo ed a Mentana.
Nel 1866 combatté come colonnello comandante delle “Guide” del Corpo Volontari Italiani di Giuseppe Garibaldi nella battaglia di Bezzecca.

Negli anni seguenti rimase fermo nelle sue convinzioni repubblicane, ma era amareggiato e deluso e si sentiva ormai fuori gioco e così si ritirò dalla vita politica. Rifiutò di candidarsi al Parlamento per non dovere giurare fedeltà alla monarchia. Con dignità e modestia visse a Milano; accettò di essere consigliere comunale dal 1889 al 1894; fece parte della commissione per il Civico Museo del Risorgimento dal 1883 al 1905.
Missori in città era un pezzo vivente di storia, frequentava la Scala ed il pubblico, quando egli compariva nel palchetto, si alzava e lo acclamava.

Morì il 25 marzo 1911, nella sua casa dell’allora via Carlo Alberto. Nel 1914 il comitato promotore per un monumento lanciò una raccolta per la somma necessaria ed in breve si raggiunse la cospicua cifra di £ 12.000. Il 7 maggio fu inaugurato il monumento opera dello scultore Ripamonti che ritrae Missori, fiero in groppa a un cavallo stanco, stremato dalla battaglia. Su questa statua è nato anche un modo dire milanese per indicare chi è particolarmente stanco e abbattuto: “Te pàret el cavall del Missori!” (Sembri il cavallo del Missori!).
L’11 giugno 1929, le ceneri di Missori furono traslate nel Cimitero Monumentale.

inaugurazione del monumento a Missori

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