Massimiliano Costetti

Costetti

Massimiliano Costetti non fu un eroe; cosa lo convinse a unirsi a volontari ben più animosi lasciando la sua tranquilla vita di sarto?

Costetti Massimiliano Battista di Gabriele e di Maria Meglioli nacque a Reggio Emilia il 15 settembre 1840.
Era sarto.
Nel 1859 partecipò alla II Guerra d’Indipendenza. Si arruolò nel 15° Regg. Fanteria e combattè a Palestro.
Nel 1860 partecipò alla spedizione dei Mille aggregato alla I compagnia (N. Bixio) insieme ad altri reggiani.
Sembra che non fosse un “cuor di leone”. Il maggiore Taddei che lo conosceva anche precedentemente riferisce: ” Nel mattino del 27 maggio dopo la presa del ponte dell’Ammiraglio in Palermo, essendomi soffermato per farmi medicare una ferita di palla riportata nella mano sinistra vidi il Costetti arrivare solo in quel punto, dopo che la mia compagnia lo aveva da qualche tempo superato: sebbene la scusa addottami, di avere cioè smarrita la strada nella notte, non la potessi credere ammissibile, pure nella grande scarsezza di uomini iniziati al mestiere delle armi e nella speranza di ritrame un discreto istruttore, essendo il Costetti già stato milite nei bersa­glieri dell’Italia centrale, quasi ad incoraggiamento per miglior condotta avvenire, io, nominato maggiore ed incaricato della formazione del I btg. brig. Bixio, lo nominai sergente dopo replicate e severe ammonizioni; ma ciò non valse, perché nell’attraversare la Sicilia ai primi di luglio (credo a Parco o Corleone), un bel mattino il Costetti mancò all’appello e fui poscia co­stretto a dichiararlo disertore. Mi venne in seguito riferito ch’egli s’era arruo­lato in altri corpi, che s’organizzavano nell’isola, e ciò, com’era presumibile, per evitare gli ulteriori pericoli della campagna”.

Tornato a Reggio fu chiamato per il servizio di leva e incorporato nel 2° Regg. Granatieri. Congedato nel 65 ritornò a Reggio e riprese il suo lavoro.
Nel 1866 fu richiamato in vista della III guerra d’indipendenza. Sebbene in forza alla 15^ compagnia, allorché fu richiamato alle anni in vista dell’imminente campagna, seppe destreggiarsi cosi bene, che, giunto al corpo il 16, ne ripartì il 20 giugno, alla vigilia di Custoza, verso le retrovie.
Fu nel 1870 nuovamente richiamato per l’occupazione del Lazio senza partecipare ad alcuna operazione e definitivamente congedato alla fine della campagna.
Nell’aprile del 1878 con la famiglia si trasferì a Modena e anni dopo a Firenze.
Nel 1880 fu costretto a causa anche di una malattia che lo rendeva inabile al lavoro, a richiedere un sussidio straordinario che gli fu concesso da Crispi. Negli anni seguenti risultano varie richieste di avere un qualche impiego pubblico che gli permettesse di far uscire la famiglia da uno stato di povertà.
Morì a Firenze il 15 febbraio 1911.

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