Rainero Taddei

Taddei

Taddei Rainero Giovan Battista di Giacomo e di Anna Casali, nacque a Reggio Emilia il 4 aprile 1823.
Di agiata famiglia fece gli studi superiori presso i gesuiti e poi a Pavia.
Nel 1844 entrò come cadetto  nel Corpo dei Pionieri delle Truppe di Modena per
conseguire la laurea in ingegneria e ottenere il grado di ufficiale.
Nel gennaio del 1848 fu espulso per le sue idee liberali ma qualche mese dopo il Duca d’Este dovette abbandonare il ducato e si costituì  un governo provvisorio, il Taddei ebbe il compito di formare una compagnia di volontari con il grado di tenente. Combatté a Castelberforte, a Castellano e a Governolo. riparò in Piemonte e si arruolò come soldato del Genio. In seguito agli eventi del 1849 poté riprendere gli studi nel Corpo dei Pionieri e il 6-2-1849 presso l’università di Modena il titolo di Ingegnere e il diploma di Dottore di Matematica.
Restaurato il dominio ducale, il Taddei fu costretto ad espatriare.
Riparò dapprima in Piemonte, poi nella Lunigiana esercitando la sua professione mantenendosi a contatto con gli amici di Reggio e quelli di Toscana.
Nel 1860 partecipò alla spedizione dei Mille aggregato alla I compagnia (Bixio) con Antonio Ottavi inseparabile amico fin da ragazzo. Combatté valorosamente a Calatafimi e venne subito nominato capitano da semplice soldato in forza anche delle precedenti esperienze militari. Fu ferito a Palermo e a giugno fu promosso maggiore.
Si distinse nella presa di Reggio Calabria facendo prigioniera una compagnia borbonica trovatasi di avamposto fuori la cinta della città.
Nella giornate decisive sul Volturno comandò uno dei battaglioni che il Dezza aveva lanciato nel contrattacco di Monte Caro e alla testa sei suoi uomini, con il berretto in punta della spada costrinse in fuga il nemico. Meritò la promozione a tenente colonnello e la Croce di Cavaliere dell’ordine militare di Savoia

Dopo l’impresa, entrò a far parte dell’Esercito regolare con lo stesso grado.
Nel 1866 partecipò alla III Guerra d’Indipendenza. Il 24 giugno a Custoza ricevette due gravi ferite dopo essersi lanciato alla testa del battaglione contro gli austriaci. Morì, sullo stesso campo di battaglia dell’amico Antonio Ottavi.
Alla sua memoria fu concessa una medaglia d’argento al valor militare.

“…si vedeva dinanzi a tutti, col berretto in cima alla spada, e pareva di sentirlo gridare; gli altri correvano dietro di lui, per quell’erta, a gran passi, serrati. Era Taddei! …”

G.C.ABBA
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