Vincenzo Carbonelli

Carbonelli Vincenzo

Carbonelli Vincenzo di Pietro, nacque a Secondigliano (Napoli) il 20 aprile 1822 ( o forse 1920) .
il padre era commerciante e lo avviò agli studi. Si laureò in medicina a Napoli.

Fu coinvolto nelle cospirazioni mazziniane e, secondo i rapporti di polizia del periodo , professava le idee dei socialisti utopisti francesi. Partecipò ai moti del 1848 e dopo la vittoria delle truppe regie fuggì a Roma, recandosi anche a Venezia durante l’assedio della città. Raggiunto da un provvedimento di espulsione da Napoli, si rifugiò a Genova e poi fu a Roma in difesa della Repubblica. Alla sua caduta, fu di nuovo a Venezia dove incarcerato, riuscì a evadere. Si rifugiò a Costantinopoli poi a Genova e in Francia dove si avvicinò ad esuli che avrebbero voluto l’avvento di Luciano Murat sul trono di Napoli.

Espulso dalla Francia, si stabilì a Genova, dove visse esercitando la professione medica ed entrando in stretti rapporti con l’emigrazione democratica, in particolare con Carlo Pisacane e Rosolino Pilo. In corrispondenza con Mignogna e Fanelli, collaborò all’organizzazione della spedizione di Sapri. La sua attività di cospirazione non sfuggì alla polizia sarda, che prima lo arrestò nel luglio ’55, e poi lo tenne sempre sotto sorveglianza.
Nel 1860 partecipò alla preparazione della spedizione dei Mille. Si imbarcò, aggregato alla III compagnia. composta soprattutto di volontari meridionali. Partecipò agli scontri di Calatafimi e di Palermo ed ebbe il grado di maggiore.
Ai primi di luglio, incaricato da Garibaldi, Carbonelli rientrò a Genova col Mignogna e di lì si recò a Napoli per preparare l’insurrezione nel Cilento, nell’Avellinese e nel Beneventano.

Dopo l’impresa tornò a Genova continuando a fare politica nelle associazioni democratiche e nel partito d’Azione.
Nel 1862 tornato a Napoli per assecondare il tentativo di Garibaldi fermato in Aspromonte, fu brevemente arrestato e fu tra i tanti medici chiamati al consulto per la ferita di Garibaldi.
Con lo scoppio della terza guerra di indipendenza del 1866  fu di nuovo con Garibaldi, combattendo nel Trentino e nominato colonnello comandante l’8º reggimento del Corpo Volontari Italiani; guerra finita fu insignito della croce di ufficiale dell’Ordine militare di Savoia . Nel ’67 partecipò alla campagna dell’Agro romano, e dal 26 ottobre comandò la piazza di Monterotondo, base di Garibaldi fino alla giornata di Mentana.

Espulso dalla Francia, si stabilì a Genova, dove visse esercitando la professione medica ed entrando in stretti rapporti con l’emigrazione democratica, in particolare con Carlo Pisacane e Rosolino Pilo. In corrispondenza con Mignogna e Fanelli, collaborò all’organizzazione della spedizione di Sapri. La sua attività di cospirazione non sfuggì alla polizia sarda, che prima lo arrestò nel luglio ’55, e poi lo tenne sempre sotto sorveglianza.
Nel 1860 partecipò alla preparazione della spedizione dei Mille. Si imbarcò, aggregato alla III compagnia. Partecipò agli scontri di Calatafimi e di Palermo ed ebbe il grado di maggiore.
Nel 1860 Carbonelli partecipò alla Spedizione dei Mille aggregato alla III compagnia, composta soprattutto di volontari meridionali. Nella fase finale della campagna fu inviato a sollevare il Cilento.
Con lo scoppio della terza guerra di indipendenza del 1866 fu nominato colonnello comandante l’8º reggimento del Corpo Volontari Italiani e a guerra finita fu insignito della croce di ufficiale dell’Ordine militare di Savoia “per aver bene amministrato il proprio reggimento e ben condotto in faccia al nemico”.
Nel ’67 partecipò alla campagna dell’Agro romano, e dal 26 ottobre comandò la piazza di Monterotondo, base di Garibaldi fino alla giornata di Mentana.

Torno a fare il medico e a continuare l’attività politica a Genova, dove diresse anche il giornale Il Movimento.
Dopo alcuni tentativi Carbonelli fu eletto deputato nelle file della Sinistra nei collegi pugliesi, nel 1867 e poi ancora nel 1870, nel 1874 e nel 1876. Fu più attivo come entusiasta oratori nei comizi che in Parlamento.
Non fu più rieletto dal 1880. Morì a Roma il 16 ottobre 1901.

Carbonelli Vincenzo

Nell’album dei Mille di A. Pavia compare con due diverse foto (una più giovanile) in due diverse copie dell’album.

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